Rabbia del Fezzan e gli ultimi aggiornamenti da El-Sharara

Di Vanessa Tomassini.

Sabato i rappresentanti del movimento pacifico Rabbia del Fezzan ha incontrato il comitato incaricato dal Consiglio presidenziale di seguire l’implementazione delle loro richieste, in particolare per quanto concerne la consegna di contante nelle municipalità del sud.  Per ciascun comune sono stati costituiti 3 comitati, quello del monitoraggio bancario, dei combustibili e del gas e la commissione per i servizi di follow-up. Nel frattempo il Consiglio libico del petrolio e del gas ha confermato che il campo di El-Sharara ha bisogno di 60 giorni dopo il suo riavvio per tornare gradualmente ai livelli di produzione precedenti, aggiungendo che la National Oil Corporation (NOC) ha bisogno di un organo esecutivo per supervisionare lo sviluppo dei giacimenti petroliferi. Il campo di El-Sharara, gestito da Akakus, è tra i più grandi giacimenti petroliferi in Libia con una capacità produttiva di 315 mila barili al giorno, è stato chiuso senza violenza dal movimento giovanile l’8 dicembre scorso, per protestare contro le precarie condizioni di vita nella regione meridionale. Il campo è stato riaperto il 20 dicembre, dopo la visita del Presidente del Consiglio, Fayez al-Serraj, con i rappresentanti del movimento ed alcuni ufficiali delle guardie degli stabilimenti petroliferi, Petroleum Facility Guards (PFG), concordando che le richieste più urgenti verranno soddisfatte entro una settimana e le altre in un periodo di 45 giorni. Dopo che il presidente della NOC, Mustafà Sanalla, ha espresso la mancanza di volontà di riavviare il sito per la mancanza di sicurezza dei propri dipendenti, Serraj in qualità di capo supremo dell’esercito ha assegnato al battaglione 411 la missione di proteggere El-Sharara.

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