“E’ stata raggiunta una tregua di 24 ore”, intervista esclusiva al Maggior Emad Trabelsi

Abbiamo raggiunto il Maggior Emad Trebelsi, Comandante della Sicurezza Generale, per fare il punto della situazione a sud della capitale Tripoli, da giorni ostaggio degli scontri tra gruppi armati.

-Maggiore Trebelsi, grazie per aver accettato questo invito, quali sono gli ultimi aggiornamenti?

“Gli scontri hanno interessato le zone a sud di Tripoli nell’area del ponte, Forossia, Airport Road, Hamza Camp, Yarmouk Camp e Wadi Al Rabee, o spring valley. Ora è stata raggiunta una tregua di 24 ore, e c’è una grande possibilità, diciamo il 70% delle probabilità, di raggiungere un accordo per un lungo cessate il fuoco. Il Consiglio presidenziale ha nominato Osama Al-Juwaily come capo della forza combattente, con il compito di separare le parti in conflitto e lasciare il nuovo Comitato per i provvedimenti di sicurezza di lavorare. Le nostre forze, invece, sono di stanza nelle zone ovest di Tripoli solo per proteggere l’area e mantenere la sicurezza. Spetta alle truppe di Osama al-Juwaily, dopo aver fatto il loro ingresso, assicurare che tutte le parti rispettino il cessate il fuoco”. 

-Lei, se non sbaglio arriva da Zintan, quali sono le motivazioni che l’hanno spinta ad accettare quest’incarico da parte del Consiglio Presidenziale?

“Mi permetta di precisare che la mia forza non era a Zintan, ma eravamo nelle aree di Wershefana commissionate dal Consiglio Presidenziale per mantenere la sicurezza e proteggere i cittadini. Siamo entrati nelle zone ovest di Tripoli dopo la richiesta del Consiglio Presidenziale per il mantenimento della sicurezza, in seguito al ritiro della Brigata 301 e alla diffusione del caos e del crimine organizzato”.

-È vero che ci sono scontri all’aeroporto di Mitiga?

“No, non è vero. Come le dicevo al momento è stata raggiunta una tregua”.

-Le sue forze sono già intervenute?

“Le confermo che le nostre forze non hanno partecipato agli scontri, il nostro compito è solamente quello di mantenere la sicurezza nella zone ovest Tripoli, siamo con il Consiglio Presidenziale, con il Comitato per i provvedimenti di sicurezza e con il Comitato delle Nazioni Unite, guidato dal Rappresentante Speciale Ghassan Salamè, oltre ad essere parte delle forze del Ministero degli Interni del Governo di Accordo Nazionale”.

-Mi può spiegare quali sono le alleanze tra vari gruppi armati? Chi sono dalla vostra parte e chi invece vi è ostile?

“Essendo una forza di protezione, non facciamo parte degli scontri. Per quanto riguarda la mappa delle alleanze, questa non è mia competenza. Come le ho già detto ci troviamo nella zona ovest della capitale mentre gli scontri sono a Sud. Può contattare il comandante Osama Al-Juwaily, che la informerà sulla mappa completa”.

-Quali sono i gruppi armati che non stanno rispettando il cessate il fuoco?

“I gruppi che hanno violato il cessate il fuoco sono chiari, ad esempio il gruppo di Salah Badi è uno di questi. Questa è una guerra, chi firma un impegno deve rispettarlo, ma come sapete dal 2014 e dall’accordo di Skhirat ad oggi, la questione delle misure di sicurezza è fallita dalla comunità internazionale. Speriamo bene e che dio ci aiuti, domani ci sarà una soluzione, sono quasi sicuro di questo”.

– Ci sono video che mostrano nuovi gruppi partire da Misurata. La cosa vi spaventa?

“Per noi, come forze del Ministero degli Interni, non ci preoccupa e non c’è nulla di spaventoso. Crediamo in Dio…”.

-È vero che insieme a Salah Badi ci sono dei membri della Shura di Benghazi e quindi terroristi?

“Potrebbe essere! In questa guerra sono tutti coinvolti…”.

 

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