Tripoli non ha bisogno di un’altra guerra

Di Vanessa Tomassini.
La guardia del Consiglio Presidenziale del Governo di Accordo Nazionale ha emesso in queste ore un comunicato in cui condanna fermamente lo schieramento di gruppi armati nella periferia della Grande Tripoli ed il loro tentativo di entrare nella capitale per combattere. La direzione della sicurezza nella regione centrale ha avvertito che questi gruppi “cercano di diffondere la corruzione sulla terra, persuadendo i libici”, ha poi ricordato che “siamo tutti figli dello stesso popolo” invitando le famiglie e tutte le persone oneste a non farsi trascinare da chi fomenta il conflitto, a seppellire l’ascia di guerra ed abbandonare immediatamente l’assedio. L’esercito occidentale ha detto che rimarrà fermo e risoluto di fronte chiunque desideri manomettere la sicurezza nella capitale o entrare in città in combattimento.
Domenica pomeriggio, nostre fonti ci hanno riferito di scontri tra la settima brigata del Ministero della Difesa, anche nota come Kaniyat, con base a Tarhouna, ed il Battaglione dei Rivoluzionari di Tripoli (TRB) del Ministero dell’Interno, nella zona di Khallet al Furjan dove è presente un campo militare. Gli scontri hanno portato alla chiusura del tratto di strada tra Salah al-Din ed al-Khalla. Un cittadino sarebbe rimasto ucciso nelle sparatorie. Le tensioni sarebbero aumentate già sabato pomeriggio nella zona di Qasar Bengashir quando, secondo la settima brigata, il battaglione Nawasi e la TRB avrebbero attaccato le loro posizioni in seguito ad un’operazione anti-contrabbando che vedrebbe coinvolti alcuni leader delle milizie. Al momento non ci sono comunicazioni ufficiali da parte del Consiglio Presidenziale.