RSF e LCFP inviano una lettera aperta al primo ministro libico Fayez al-Serraj

Da Reporters sans frontieres.
Parigi, 9 agosto 2018
Primo Ministro,
In un comunicato stampa del 3 agosto 2018, l’ufficio Media Stranieri del Ministero degli Esteri libico ha annunciato una nuova serie di misure senza precedenti che ostacolano ulteriormente il lavoro dei giornalisti internazionali e libici, nonchè dei corrispondenti dei media stranieri.
Gli infiniti ritardi nell’ottenimento e nel rinnovo dei visti, gli innumerevoli ostacoli amministrativi e le varie pressioni sono aggravate da 13 nuove misure che devono essere presentate dai giornalisti internazionali e dai corrispondenti dei media stranieri quando fanno domanda al Ministero del lavoro per l’accreditamento a lavorare in Libia.
Ognuna di queste 13 misure descrive un ulteriore passaggio burocratico che deve essere intrapreso con un’entità amministrativa e costituisce un altro ostacolo reale alla libertà del giornalismo.
Con il pretesto di offrire migliori garanzie di sicurezza, il Dipartimento dei Media Stranieri sta stringendo la presa sui media esteri in un momento in cui, in vista delle elezioni generali previste per il 10 dicembre, la libertà di informazione si sta dimostrando più essenziale che mai per un dibattito democratico e pluralistico in Libia.
Dalla fine del 2017, tutti gli accreditamenti sono stati annullati a causa dell’introduzione di queste nuove procedure. Da allora, l’ufficio media li ha sostituiti con meccanismi volti a impedire ai giornalisti di lavorare in modo libero e indipendente. Il dipartimento media stranieri rilascia solo autorizzazioni temporanee, emesse sporadicamente. Molti giornalisti si sono ritrovati senza accreditamento, finendo per essere espulsi o attaccati.
RSF e LCFP vorrebbero anche esprimere la loro massima preoccupazione per le restrizioni in costante aumento che rendono il lavoro giornalistico quasi impossibile. Il dipartimento dei media stranieri limita i giornalisti a coprire eventi in cui è un partecipante ed ostacola il lavoro di coloro che non rispettano le sue richieste, usando l’accreditamento ed il rilascio del visto come ricatto per costringere le agenzie di stampa internazionali a smettere di impiegare alcuni dei loro corrispondenti. Tutti i giornalisti concordano sul fatto che lavorare a Tripoli ora costituisce una sfida quasi insormontabile che minaccia sia la loro sicurezza fisica che giudiziaria.
Riteniamo inoltre fondamentale sottolineare che l’obbligo per i giornalisti di indossare un gilet con la parola “PRESS” ed il logo “Foreign Media Department” costituisce una violazione dell’indipendenza dei media e mette a repentaglio la loro vita in un paese in cui tutti i media sono potenziali bersagli.
Tutti questi obblighi ingiustificati limitano la libertà di informare ed aiutano a ritardare la realizzazione delle aspirazioni democratiche che il popolo libico ha espresso nel 2011.
RSF e LCFP chiedono quindi al governo libico di:
1. Basta ostacolare il lavoro dei giornalisti internazionali e dei corrispondenti libici dei media stranieri.
2. Rispettare la libertà dei giornalisti internazionali e dei corrispondenti libici dei media stranieri di praticare il giornalismo stabilendo una procedura semplice e chiara per ottenere l’accreditamento.
3. Consentire ai giornalisti internazionali e ai corrispondenti libici di media stranieri di svolgere il proprio lavoro in completa libertà.
Vi ringraziamo anticipatamente per l’attenzione che prestate a questa lettera e siamo a vostra disposizione se desiderate discutere ulteriormente l’argomento.
Cordiali saluti,
Christophe Deloire
Segretario generale – Reporter sans frontiere
Mohamed Ennajem
Direttore esecutivo – Centro Libico per la Libertà di Stampa