Dabaiba vacilla, tentativo fallito di controllare Ras Jadir. Regione occidentale coesa contro le scelte del governo di Tripoli

Persistono tensioni nella Libia occidentale dopo che la cosiddetta Joint Operation Room, guidata da Abdulsalam Zoubi di Misurata e recentemente istituita dal Primo Ministro Abdel Hamid Dabaiba, in seguito all’escalation di violenza nella città di Gharian, ha fallito nel tentativo di prendere il controllo della zona di confine della Libia occidentale da dove ogni mese migliaia di migranti partono per raggiungere le coste italiane.
Il ministro dell’Interno, un leader delle milizie di Zintan, Emad Trabelsi, aveva cercato di sostituire l’attuale direttore della sicurezza al valico di Ras Jadir. La Joint Operation Room, una coalizione di milizie affiliate al primo ministro libico, Abdel Hamid Dabaiba, si era diretta verso Zuwara, una città popolata prevalentemente da Amazigh. Le scelte di Dabaiba e del suo ministro degli Interni sono state subito respinte dalle comunità locali.
Il presidente del Consiglio supremo Amazigh in Libia, Al-Hadi Berniq, ha messo in guardia il premier Abdel Hamid Al-Dabaiba dalla minaccia della forza militare, chiedendo lo scioglimento dell’operazione congiunta guidata da Zubi. “Mettiamo in guardia contro qualsiasi movimento militare che trascinerebbe la regione in eventi i cui risultati non possono essere previsti. Il governo deve sciogliere immediatamente la cosiddetta sala comune, poiché noi non vi abbiamo partecipato, e ciò è avvenuto dopo la deliberata emarginazione della componente Amazigh. Alcuni partiti nello stato rappresentano un orientamento tribale e programmi esterni che ci spingono verso la divisione sociale ed etnica. Viviamo in un conflitto esistenziale, poiché non esiste una costituzione che garantisca i nostri diritti e non siamo rappresentati in tutti i dialoghi precedenti”. Afferma il comunicato.
Domenica, i membri della Camera (HoR), il Parlamento libico con sede nell’est del Paese, rappresentanti della costa occidentale della Libia si sono congratulati con il tenente generale Salah al-Din al-Namroush, recentemente nominato dal Consiglio presidenziale “assistente del capo di stato maggiore dell’esercito libico”. Ali Muhammad Buzriba, Fawzi Al-Taher Al-Nuwairi, Ali Shinbaru, Abdel Nabi Al-Bashir Abdel Mawla, Halima Al-Sadiq Al-Aib e Mabrouk Abdullah Al-Khattabi, hanno elogiato i “grandi sforzi che Namroush ha compiuto per estinguere lo spettro della guerra nella regione occidentale attraverso il suo intervento, comunicando direttamente con la Presidenza del Consiglio Presidenziale per impartire ordini affinché tutte le formazioni armate ritornino alle loro posizioni e risparmino al nostro popolo il male dei combattimenti”.
Secondo la dichiarazione, i parlamentari “appoggiano tutti gli sforzi compiuti dal vice capo di stato maggiore per raggiungere la pace”. “Ciò che ha fatto – si legge ancora nel documento – è considerato uno dei principi etici più importanti degli ufficiali e la base dell’onore della professione militare. La regione occidentale è sempre stata per molto tempo in prima linea in questo campo. Pace per tutti, e la priorità è chiedere la riconciliazione nazionale, la riunificazione e preservare il tessuto sociale, nonostante tutti i tentativi disperati atti a rovinare gli sforzi pacifici, gettando la regione in una spirale di guerre”.
Non è la prima volta che il governo di unità nazionale ricorre alla forza per raggiungere i suoi obiettivi: estendere il proprio controllo sulla regione occidentale nel tentativo di restare al potere. In precedenza, la città costiera di Zawiya è stata bersaglio di pesanti bombardamenti contro gli eventuali oppositori politici del governo di unità nazionale, divenuti target dietro il pretesto di combattere i trafficanti. Fatto sta che dall’inizio di quelle operazioni, circa tre mesi fa, il numero degli sbarchi sulle coste italiane è aumentato drammaticamente.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nei suoi recenti incontri ha sottolineato la necessità di formare un nuovo governo unificato in Libia per ridare slancio al processo politico e procedere verso le elezioni. Dabaiba, utilizzando risorse pubbliche, derivanti principalmente dalla vendita del petrolio, di cui è ricca la Libia, ha utilizzato gruppi armati per affermare la sua posizione con la forza. Tuttavia, il Governo di Unità Nazionale si trova a dover fare i conti con una coalizione di forze sociali e militari che comprende gran parte della regione occidentale, Zawiya e Zuwara, un’area di importanza strategica anche per il commercio e la sicurezza non solo dell’Italia, ma anche della vicina Tunisia.