Nuovo governo, Takala e Aguila al Cairo concordano di proseguire consultazioni

Il presidente della Camera dei Rappresentanti (HoR), Aguila Saleh, ha incontrato mercoledì al Cairo, il capo dell’Alto Consiglio di Stato (HCS), Mohamed Takala, nell’ambito delle consultazioni tra le due Camere con l’obiettivo di ridare slancio al processo politico stagnante. Una dichiarazione dell’HCS afferma che, durante l’incontro ospitato dall’Egitto, le parti hanno esaminato gli ultimi sviluppi in Libia, accettando di portare avanti le consultazioni verso una soluzione intra-libica in grado di realizzare le aspirazioni, le aspettative e gli interessi del popolo libico.

Osservatori del fascicolo libico hanno ipotizzato che l’incontro potesse servire a dare il via libera alla formazione di un governo unificato necessario per il processo elettorale dopo che il Parlamento ha pubblicato in Gazzetta ufficiale le leggi per l’elezione del capo dello stato e delle due camere. Lo scorso ottobre, l’Alta Commissione Elettorale Nazionale (HNEC) ha ricevuto il testo delle leggi, ma Takala aveva rifiutato alcuni emendamenti a quanto concordato dal comitato congiunto (6+6) formato da sei membri dell’HCS e altrettanti dell’HoR, lo scorso giugno, a Bouznika, in Marocco. Sebbene il Parlamento abbia affermato di non aver apportato modifiche, critiche si sono sollevate da più parti.

Permangono pertanto punti di controversia, tra cui il diritto di voto negato ai possessori di numeri amministrativi e i due round per l’elezione del presidente. L’attuale legge infatti prevede che i due favoriti delle elezioni presidenziali vadano al ballottaggio, indipendentemente dai voti ottenuti. L’inviato ONU e capo di Unsmil, Abdoulaye Bathily, ha spiegato che il secondo turno obbligatorio “è legato ai criteri di ammissibilità e illustra la profonda sfiducia della classe politica. Potrebbe essere potenzialmente utilizzato in modo improprio per escludere i candidati dal secondo turno, per mettere in discussione un potenziale risultato di maggioranza e per interrompere l’intero processo elettorale”.  

Lo stesso Bathily, lo scorso 16 ottobre, ha inoltre spiegato al Consiglio di sicurezza che la formazione di un nuovo governo è una questione altamente controversa. “Un nuovo governo – aveva avvertito – può essere solo il risultato di una negoziazione tra gli attori chiave. Inoltre, è logico che per creare condizioni di parità per tutti i candidati sia necessario un governo unificato che goda della fiducia del pubblico per guidare il paese alle elezioni. Tuttavia, per evitare che si ripeta la crisi dell’agosto 2022 scatenata dalla nomina unilaterale del governo Bashaga, è necessario che questo governo sia il risultato di negoziati politici tra i principali attori”.  

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