Parlamento libico chiede agli ambasciatori occidentali di lasciare il Paese

“Mentre Gaza è sottoposta ad una campagna di genocidio da parte di bande criminali sioniste, i regimi arabi in particolare con la tendenza alla normalizzazione con l’entità occupante, non sono stati in grado di assumere una posizione coraggiosa che esprima la volontà del popolo. La questione è arrivata al punto da non soddisfare più i bisogni primari del settore della medicina, dell’acqua, del cibo e del carburante, in un assedio globale caratterizzato da sistematiche uccisioni di massa.  Al tempo stesso vediamo i leader dei paesi che inveisce contro di noi per i diritti umani, la democrazia e il diritto dei popoli all’autodeterminazione, guidati da Stati Uniti d’America, Regno Unito, Germania, Italia e Francia, che si affrettano a visitare l’entità occupante e a dichiararle il loro pieno appoggio nell’annientare il popolo palestinese ed eliminare il suo legittimo diritto alla resistenza e alla costruzione di un proprio Stato indipendente”. Lo afferma una dichiarazione attribuibile alla Camera dei Rappresentanti (HoR), il Parlamento libico con sede nell’Est del Paese, diffusa oggi seppur senza alcuna firma in calce.

“Quella in corso oggi nella Striscia di Gaza è una guerra genocida condotta dagli Stati Uniti d’America e dall’Occidente contro un popolo indifeso e assediato”. Prosegue il documento, aggiungendo che “Sulla base della responsabilità nazionale, storica e umanitaria, la Camera dei Rappresentanti libica afferma: la necessità di fermare immediatamente questa aggressione; rendiamo omaggio a tutti i popoli viventi di tutti i paesi del mondo che sono scesi nelle piazze e nelle strade per esprimere il loro rifiuto di questi crimini atroci, che sono considerati una vergogna per l’umanità; la necessità di tenere sessioni urgenti a livello di leadership della Lega Araba e delle organizzazioni islamiche e di chiedere una sessione di emergenza dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite”.

Al quarto punto, la dichiarazione chiede “agli ambasciatori dei paesi che sostengono l’entità occupante sionista nei suoi crimini di lasciare immediatamente il Paese. Quinto: se i massacri commessi da questo nemico sionista non finiscono, chiediamo che il governo libico smetta di esportare petrolio e gas verso i paesi che sostengono questa entità. Sesto: rifiutiamo categoricamente in qualsiasi modo lo sfollamento del nostro popolo a Gaza. Settimo: Condanniamo con la massima fermezza ciò che i governi di Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Italia stanno facendo a sostegno dell’entità sionista occupante nei suoi crimini contro la Striscia di Gaza. Ottavo: Invitiamo i popoli arabi e islamici a sostenere con tutti i mezzi i loro fratelli nella Striscia di Gaza”.

La dichiarazione, nel mezzo della divisione politica ed amministrativa della Libia, risulta non avere alcun valore legale, ma rischia di incendiare reazioni popolari nei confronti delle stesse rappresentanze diplomatiche occidentali. Dal 7 ottobre, quando Hamas ha condotto un violento attacco nei territori occupati da Israele, la Libia ha assistito a massive manifestazioni di solidarietà con i palestinesi. L’operazione “Tempesta Al-Aqsa” lanciata dai combattenti palestinesi ha innescato un’ondata di orgoglio in tutto il Paese nordafricano. Nella capitale, Tripoli, e in tutto il Paese, folle di persone si sono radunate, cantando slogan contro Israele e rivendicando il diritto alla resistenza del popolo palestinese.

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