Libia cattura jihadista responsabile di tre attacchi terroristici a Tripoli, HNEC chiede pena certa

È stato catturato un terrorista, presumibilmente affiliato a Daesh, che avrebbe pianificato e sponsorizzato tre attacchi mortali nella capitale libica Tripoli nel 2018, ha detto giovedì il primo ministro del paese Abdel Hamid Dabaiba. “Le nostre forze hanno arrestato martedì un leader dell’organizzazione terroristica Daesh, coinvolto nella pianificazione e nel comando di atti terroristici che hanno preso di mira le istituzioni del nostro Paese e i loro funzionari caduti”, ha Dabeiba, capo del governo di unità nazionale con sede a Tripoli in un discorso televisivo.

L’ufficio stampa del governo non ha fornito ulteriori dettagli sull’identità o sulla nazionalità del presunto jihadista, arrestato nel corso di un’operazione di sicurezza congiunta da parte della Forza speciale di deterrenza (RADA) e la Brigata Rahbat al Dura di Tajoura. Il sospettato terrorista sarebbe, secondo quando riferito dalla RADA sui social media di Tariq Anwar Abdullah, alias “Abu Issa”.

Il 2 maggio 2018, 14 persone sono state uccise in un attacco suicida rivendicato dall’IS contro la sede dell’Alta Commissione elettorale libica (HNEC) a Tripoli. Il 10 settembre 2018, un attacco suicida del gruppo jihadista contro la sede della Compagnia petrolifera nazionale libica, National Oil Corporation (NOC), sempre nella capitale, ha ucciso due persone e ferito dieci dipendenti. Ancora, il 25 dicembre 2018, tre persone, tra cui un diplomatico libico, sono state uccise in un attacco rivendicato da Daesh alla sede del Ministero degli Affari Esteri.

L’Alta Commissione elettorale ha auspicato che le persone coinvolte nell’attacco terroristico ricevano una pena certa. HNEC ha espresso il suo apprezzamento per gli sforzi dei servizi di sicurezza nella capitale volti a “chiarire la verità sull’attacco terroristico”, che “ha preso di mira non solo la Commissione, ma anche la volontà delle persone e il loro diritto di esprimere la propria voce e di partecipare liberamente al processo decisionale del proprio Paese”.

Ha confermato il suo fermo impegno a garantire la sicurezza e la tutela dei diritti dei libici nella piena espressione democratica, e il suo continuo lavoro con determinazione per rendere la Libia un modello civile di democrazia e stabilità. “Siamo tutti fiduciosi che lo stato di diritto e la giustizia prevarranno con la determinazione dei suoi figli e le loro aspirazioni per un futuro migliore, pieno di pace e prosperità”. Ha concluso.

Daesh ha approfittato della disintegrazione dell’apparato di sicurezza libico dopo la caduta del regime di Muammar Gheddafi nel 2011 conducendo numerosi attacchi mortali in tutto il Paese. Ha inoltre creato roccaforti nelle città orientali e settentrionali di Derna e Sirte, dalle quali era stato cacciato rispettivamente nel 2018 e nel 2016.

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