Dabaiba e Menfi a Roma per la Conferenza internazionale su migrazioni e sviluppo su iniziativa della Meloni

“Un migrante che lotta contro la morte è un fatto che non possiamo più accettare. È un momento cruciale per affrontare le questioni dello sviluppo e delle migrazioni. Oggi in Libia ci sono 2 milioni di migranti”, ha detto il premier libico a capo del governo transitorio di Unità Nazionale, Abdel Hamid Al-Dabaiba, durante la Conferenza internazionale sulle migrazioni e sviluppo svoltasi oggi a Roma.
“Siamo riusciti a ridurre il numero degli sfollati interni della guerra, che oggi sono 105 mila”, ha aggiunto Dabaiba, parlando del progetto di “riconciliazione nazionale” curato dal Consiglio di presidenza della Libia e culminato nei giorni scorsi con il meeting preparatorio alla Conferenza inclusiva di riconciliazione a Brazzaville, in Congo.
“Negli ultimi due decenni, ci sono stati tantissimi incontri tra Unione europea e Unione africana, con una serie di dichiarazioni congiunte, discorsi e prese di posizione condivise. Il processo inaugurato oggi a Roma deve avere l’obiettivo di trovare consenso per superare le divergenze del passato e la mancata attuazione di quanto già concordato”, ha dichiarato, da parte sua, il presidente libico Mohamed Al-Menfi a Roma al fianco del premier.
“Migliaia di africani sono costretti a diventare vittime di bande di trafficanti che li portano ad affrontare la morte. È una tragedia umana che si ripete. Gli africani sono costretti a cercare una vita migliore altrove, emigrando verso l’Europa, e questo ci costringe a considerare la migrazione clandestina come un fenomeno mondiale. La Libia, in particolare, subisce problemi di criminalità organizzata, essendo un Paese di transito. Per questo l’approccio securitario ormai non basta più, perché questo fenomeno si accompagna ad attività criminali che non possono più essere contrastate senza puntare l’attenzione sulle radici profonde, cioè sulla necessità di creare sviluppo e rafforzare i Paesi di transito aiutandoli a far prevalere la loro sovranità nazionale”. Ha concluso il capo del Consiglio presidenziale libico.
Per la Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni, organizzata su iniziativa della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, presso la sede del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Roma ha convenuto la leadership dell’Unione Europea, Ursula von der Leyen, e Michel Cousin, capi di Stato e di Governo dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, alcuni Stati membri dell’Ue di primo approdo, in aggiunta alle leadership di Stati del Golfo, in primis gli Emirati Arabi Uniti, e alcune delegazioni dal Corno d’Africa e Sahel.
La presidente Giorgia Meloni ha affermato che “Quello che inauguriamo oggi è soprattutto un dialogo tra pari, basato sul reciproco rispetto perchè tra Europa e Mediterraneo allargato non può esserci un rapporto competitivo o conflittuale, perchè in realtà gli interessi sono molto più convergenti di quanto noi stessi riconosciamo.” “Primo obbiettivo di questa conferenza – ha spiegato – è lanciare progetti e iniziative su ciò che è strutturale e quindi su sei settori principali: agricoltura, energia, infrastrutture, educazione e formazione, acqua. Il partenariato deve essere non predatorio e non paternalistico, per favorire lo sviluppo dei nostri popoli”.
Nel suo discorso di apertura, il vice presidente e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato: “È un grande onore potervi accogliere nel palazzo della Farnesina”, la conferenza di oggi sia “l’inizio di una nuova stagione”. Ha auspicato che “Roma vuole essere crocevia di dialogo e confronto” voltando dunque la dolorosa pagina del colonialismo, a favore di relazioni basate su rispetto ed amicizia.