L’imminente visita di Meloni in Libia provoca la rabbia di Bashagha

Come abbiamo annunciato precedentemente, la presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, si prepara a visitare la Libia sabato 28 gennaio, giorno in cui è attesa la firma di un importante accordo sul gas tra la National Oil Corporation (NOC) e l’Eni, come dichiarato dal CEO del gigante petrolifero libico, Farhat Bengdara, nei giorni scorsi alla tv libica Al-Masar.

L’iniziativa non è stata ben accolta dall’esecutivo parallelo guidato da Fathi Bashagha, l’ex ministro dell’Interno di Misurata incaricato dal Parlamento libico, la Camera dei Rappresentanti (HoR), che oggi sta discutendo una nuova road map per un esecutivo unificato con l’altra camera avente funzioni consultive, l’Alto Consiglio di Stato (HCS).

Bashagha, in una dichiarazione, ha affermato che la visita di Meloni a Tripoli punta ad aumentare la quota di Eni a discapito di quella libica. “Tra la National Oil Company e l’italiana Eni si sta preparando un misterioso accordo per aumentare la quota del partner estero”. Si legge nella nota, che aggiunge: “Respingiamo il tentativo di far rivivere questo governo morto coinvolgendo i libici in tali accordi, e deploriamo il comportamento opportunistico del governo italiano”.

 “Il governo uscente e illegittimo non ha la capacità di firmare alcun accordo o protocollo d’intesa e non è autorizzato a farlo, anche durante il periodo in cui ha goduto di legittimità”. Prosegue Bashagha, avvertendo che la Libia non si atterrà ad alcun accordo o memorandum d’intesa con scopi ed esiti sospetti ed è lontana da tutti gli effetti di tali accordi. “Ricorreremo alla magistratura, che ha annullato, in più di un’occasione, accordi illeciti che odorano di opportunismo”. Ha concluso.

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