Riconciliazione. Team politico Saif Al-Islam Gheddafi annuncia partecipazione a conferenza in Congo

Il team politico di Saif Al-Islam Gheddafi, figlio dell’ex leader libico, ha rilasciato una dichiarazione sugli ultimi sviluppi politici nel Paese nordafricano. La dichiarazione, rilasciata nella città meridionale di Sabha e indicante la data del 24 dicembre 2022, conferma che la Camera dei Rappresentanti (HoR) e l’Alto Consiglio di Stato (HCS) oggi non sono d’accordo sulla possibilità che militari e titolari di altre nazionalità corrano alle elezioni presidenziali libiche, ad un anno dalla loro posticipazione a data da destinarsi.
Il comunicato aggiunge che i punti controversi sulla bozza di Costituzione rappresentano una giustificazione per l’interruzione del processo elettorale da parte degli attuali decisori politici “che erano in disaccordo su tutto, tranne rovinare le elezioni e confiscare la volontà di cinque milioni di libici” di scegliere i propri rappresentanti.
La dichiarazione sottolinea che Saif al-Islam Gheddafi aveva precedentemente suggerito che tutti i nomi controversi dovrebbero essere rimossi dall’elenco finale dei candidati o tutti dovrebbero essere autorizzati a candidarsi alle elezioni presidenziali, sottolineando, che in questa fase, la decisione e la relativa responsabilità dovrebbero essere lasciate al popolo libico.
Per quanto riguarda la riconciliazione nazionale, Saif Al Islam ha risposto positivamente all’invito ufficiale rivoltogli dal Presidente della Repubblica democratica del Congo a partecipare alla prossima conferenza di riconciliazione libica organizzata sotto la supervisione e il patrocinio dell’Unione Africana, annunciando che i suoi rappresentanti sono stati coinvolti nei lavori delle riunioni preparatorie.
La stessa fonte conclude esprimendo fiducia sul fatto che tutti scopriranno, attraverso questa conferenza, che il popolo libico è unito e concorda sui propri obiettivi nazionali, prosperità e sviluppo, e la riconciliazione è necessaria solo tra gli attuali leader politici che tengono di fatto ostaggio la transizione democratica della Libia.
Il 14 novembre 2021 Saif Al-Islam Al-Gaddafi è arrivato all’ufficio elettorale di Sabha, nell’estremo sud della Libia, accompagnato dal suo avvocato di fiducia, Khaled Al-Zeidi, per formalizzare la sua candidatura alle elezioni presidenziali libiche che si sarebbero dovute tenere il 24 dicembre 2021.
Dopo un lungo periodo di assenza, che ha alimentato voci e notizie false sul suo conto, il figlio di Muammar Gheddafi era ricomparso lo scorso luglio in un’intervista al “New York Times” che sarebbe stata rilasciata nella città di Zintan, dove è rimasto prigioniero per un lungo periodo fino al suo rilascio nel 2016.
Sul figlio di Muammar Gheddafi pende ancora un mandato di arresto internazionale da parte della Corte Penale Internazionale (CPI) per presunti crimini commessi da Saif al-Islam nel 2011 contro i dissidenti in rivolta.
La Corte Penale Internazionale ha un mandato specifico riguardo alla Libia, che si basa sul rinvio dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite alla corte che autorizza l’ufficio del procuratore ad investigare su ciò che accade nel paese. È l’ufficio del procuratore a condurre ufficialmente le proprie indagini, riferendo al Consiglio due volte l’anno attraverso un report pubblico.
Per la CPI la candidatura o l’eventuale vittoria di Gheddafi alle elezioni presidenziali libiche non cambierebbero nulla e si troverebbe nella stessa situazione, in quanto la corte ha emesso un mandato di arresto e continua a chiedere che si arrenda e si consegni. Il procuratore ha più volte ribadito ciò al Consiglio di Sicurezza, chiedendo ai Paesi membri di aiutare le autorità libiche affinché collaborino meglio e rispettino l’ordine emesso dai giudici. La situazione politica del sospettato non intacca minimamente il caso di fronte alla CPI.
La Corte ha solo un mandato giuridico e non funzioni politiche. Anche se agisce in un contesto di guerra, la sfera della giustizia deve rimanere protetta e indipendente dalla politica. Va inoltre ricordato che Saif al-Islam Gheddafi non è stato ancora condannato e, come tutti gli accusati, gode della presunzione di innocenza fino a prova contraria.