Dal 6 marzo Niamey ospiterà la seconda edizione della fiera ‘Made in Libya’

La seconda edizione della Fiera Made in Libya prenderà il via nella capitale nigeriana, Niamey, il 6 marzo 2023 e durerà fino all’11 dello stesso mese. Ad annunciarlo, il ministro del Commercio della Libia, Mohamed Al-Hawij.

Il direttore esecutivo dell’organizzazione, Ali Naseer, ha auspicato la partecipazione di molte organizzazioni internazionali alla fiera, comprese le imprese specializzate nei settori dello sviluppo industriale ed economico. French Expertise, la missione dell’Unione Europea ed altre organizzazioni internazionali hanno già dichiarato di prendere parte all’iniziativa. “L’obiettivo della mostra è promuovere e introdurre prodotti e servizi libici nei mercati nigeriani e africani”, ha affermato Naseer, aggiungendo che l’evento apre anche una finestra per chi cerca lavoro e consente una comunicazione diretta tra produttori e imprenditori libici in Niger e nei paesi africani limitrofi.

Da parte sua, il ministro Al-Hwaij ha espresso il sostegno dell’esecutivo di unità nazionale a tali eventi, garantendo di lavorare per facilitare le procedure e stabilire una linea commerciale tra Misurata, Tamanhint, Ghat e Niger. L’obiettivo della fiera che prenderà il via a marzo è quello di promuovere un’economia più diversificata sfruttando le risorse e creando un’industria nazionale a tutti i livelli, compresi i settori dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi, ha dichiarato Al-Hawij in conferenza stampa.

La Libia ha riavviato la produzione locale di diversi stabilimenti come la fabbrica di uniformi militari e l’azienda che produce bus e camion in joint venture con Iveco. Il settore privato in Libia soffre, non solo della divisione politica e della fragile situazione di sicurezza, ma anche dalla mancanza di competitività e diversificazione. Per decenni Gheddafi ha statalizzato tutte le attività economiche senza permettere agli uomini d’affari di sviluppare il settore, il cui potenziamento dipende dall’adozione di normative favorevoli agli investimenti e dal controllo della svalutazione del dinaro nel cambio con le valute straniere.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: