Khalifa Haftar ad Al-Jufra: “noi fautori di cooperazione tra popoli, promuove guerra chi invia soldati e mercenari in Libia”

Il comandante in capo delle Forze armate arabe libiche, Khalifa Haftar, in un discorso agli sceicchi, ai dignitari e al popolo della regione di Al-Jufra e alle famiglie dei martiri delle forze armate durante la sua visita nella città, ieri, ha salutato la popolazione della regione, dicendo: “Il nostro popolo e i nostri fratelli ad Al-Jufra sono valorosi, nobili, cavallereschi e rispettosi di sé. Sono l’esempio dei libici nella coesione e nell’unità sociale. Gli onorevoli libici di Jufra sentono forza e sicurezza, orgoglio e le loro anime sono rassicurate sul fatto che la Libia non rimarrà mai inerme di fronte agli aggressori, e i corpi di traditori e agenti tremano di panico e paura. Non traiamo la nostra forza da ciò che è nelle nostre mani, munizioni e armi, ma piuttosto da questo ampio sostegno popolare. Questa è la nostra vera arma, e questo è il segreto delle nostre vittorie. Se il popolo non fosse stato dietro il suo esercito, il terrorismo non sarebbe stato sconfitto e l’esercito non sarebbe stato in grado di riportare sicurezza e stabilità in quest’area, la vasta distesa della nostra amata Libia”. Haftar ha spiegato che “la regione di Al-Jufra ha registrato nella storia onorevoli capitoli della jihad contro i colonialisti, e ha resistito al dominio ottomano arretrato, ingiusto e ripugnante e ha fornito convogli di martiri, come sacrificio per la Patria, e rimarrà per sempre, il centro solido, su cui poggiano i pilastri della Nazione”.

Ha proseguito: “Forse ci stiamo avvicinando oggi più che mai a mettere i punti sulle lettere e prendere la decisione determinante, con pura volontà popolare, per determinare la strada verso il ripristino dello Stato e la costruzione delle sue istituzioni, lontano da ogni volontà o direzione, eccetto quelle del popolo libico, dopo che i risultati deludenti hanno dimostrato che tutte le tracce precedenti ci avevano portato a un vicolo cieco, e potevamo solo fare affidamento su noi stessi per decidere il nostro destino di nostra spontanea volontà, con il nostro pieno apprezzamento per tutti i sinceri sforzi locali e internazionali a sostegno del popolo libico, per superare la crisi del proprio Paese e andare avanti nella costruzione del nostro caro Paese”.

Il feldmaresciallo Khalifa Haftar ha aggiunto: “Pertanto, il tempo non è più nell’interesse di nessuna parte che cerchi di gestire la crisi senza risolverla, con l’obiettivo di prolungarne la vita, con iniziative sospette, percorsi chiusi e estensione con pretesti fragili, il cui unico obiettivo è soltanto quello di mantenere la situazione così com’è.  Così che la corruzione e le manomissioni sulle sorti del Paese continuino e gli adoratori delle sedie del potere continuino a rimanere nelle loro posizioni. Questi non hanno un obiettivo, se non quello di depredare i soldi del popolo, e il popolo libico non accetterà di essere morso più e più volte. E’ tempo di dire basta, è tempo di dire a chi al meglio delle proprie intenzioni ha fallito: Grazie a Dio per il tuo sforzo. A chi corrompe e sottovaluta il potere del popolo, a chi si fa beffe della sua capacità di farsi carico dei propri affari, lo offende intenzionalmente, e approfitta della sua posizione per depredare le risorse pubbliche, ostacolando la sua marcia in avanti, è tempo di dire: ‘Non sfuggirai al castigo e le forze armate non permetteranno, per quanto possa costare fatica e sudore, di negoziate i sacrifici e il sangue dei suoi martiri e feriti. Non permetterà questa vergognosa manomissione del destino della Nazione per prolungare lo status quo”.

Ha sottolineato: “L’esercito non permetterà che un centimetro del proprio suolo puro sia trascurato, o che le sue terre diventino un focolaio per brutali poteri coloniali, che cercano di espandere la loro influenza, a spese della sovranità dei libici sulla loro terra, affrontando le proprie crisi in peggioramento attraverso la ricchezza dei libici. Preferiremmo la morte più di quanto loro siano appassionati della vita, perché la nostra amata Libia rimanga libera e orgogliosa. Per proteggere i suoi confini, per terra, per mare e per cielo, con la nostra anima e il nostro sangue. Questa è una linea rossa, di fronte al terrorismo e alle ambizioni coloniali. E se tutti gli sforzi pacifici, dopo aver dato loro il sostegno e il tempo che meritano, non riescono a far uscire le forze di occupazione dalle nostre terre, non abbiamo altra scelta che condurre la battaglia decisiva per la liberazione, qualunque sia il prezzo e qualunque sia il costo. Ci vorrà del tempo, ma combatteremo senza esitazione, con tutta la nostra forza, volontà e determinazione a vivere con dignità e orgoglio nella nostra terra”.

Con ciò – ha concluso Khalifa Haftar – non chiediamo la guerra, ma siamo fautori della pace, fautori della cooperazione tra i popoli, per ottenere per loro progresso e prosperità, fautori di relazioni basate sul rispetto, sulla buona volontà e sugli interessi comuni. A promuovere la guerra è colui che ha inviato i suoi soldati e mercenari sul nostro territorio, rubando le nostre ricchezze, approfittando delle circostanze di emergenza che sta attraversando il nostro Paese, per concludere affari di vergogna con traditori e agenti. Coloro che hanno venduto la propria patria e l’onore in cambio di potere e denaro. Siamo superiori a quello che hanno nelle loro tasche, perché siamo sempre più in alto di tutto ciò. È una dignità e un prestigio che abbiamo ereditato dai nostri antenati da tempo immemorabile. Il rispetto e l’autostima. La nostra coscienza viva, il sangue dei nostri martiri e dei feriti non ci permettono di vendere la Patria nemmeno in cambio di tutti i tesori del mondo”.

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