Guterres: i partiti rivali devono mantenere la pace in Libia ad ogni costo, la questione della legittimità del governo è difficile da superare

Mercoledì il capo delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha esortato tutte le fazioni rivali in Libia a preservare la pace “a tutti i costi” e ad accordarsi rapidamente su una base costituzionale in modo che le elezioni possano aver luogo perché c’è una questione di “legittimità del governo che ora diventa estremamente difficile da superare.”

Guterres ha anche incoraggiato fortemente le potenze mondiali e i paesi che hanno interessi nel paese nordafricano a incontrarsi di nuovo a Berlino, affermando che le precedenti conferenze di attori chiave erano “lo strumento internazionale più utile per evitare il peggio”.

L’attuale crisi politica del Paese deriva dal mancato svolgimento delle elezioni il 24 dicembre 2021 causa forza maggiore annunciata dall’Alta Commissione Elettorale Nazionale (HNEC) e dal rifiuto del primo ministro Abdul Hamid Dbeibah di cedere il potere ad un esecutivo non eletto, quando il parlamento con sede a est del Paese, ha nominato l’ex ministro dell’Interno, Fathy Bashagha, a capo di un nuovo esecutivo che ha cercato almeno quattro volte di insediarsi a Tripoli facendo affidamento sulle divisioni esistenti tra eterogenei gruppi armati, statali e non.

Nell’ultima escalation di violenza, almeno 42 persone, compresi civili hanno perso la vita. Ora la capitale Tripoli sembra essere più sicura dopo l’espulsione di milizie come Nawasi, TRB di Aytham Tajouri ed Ayoub Abu Ras, tuttavia alcuni gruppi fedeli al premier Dabaiba ne sono usciti rafforzati in particolare la Special Deterrence Force (RADA), l’apparato di sostegno alla stabilità (SSA) di Abdul Ghani Al-Kikli (alias Gnewa) e la milizia Buqra di Tajoura. Dopo gli ultimi scontri, il procuratore generale Saddiq Al-Sour sembra essere molto più attivo emanando dozzine di mandati d’arresto per personalità ricollegabili alla galassia di queste milizie per vari reati o abusi.

A livello internazionale, le riunioni a Berlino tra i 5 Paesi + 2 (Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti + Turchia ed Egitto) non hanno raggiunto alcun consenso – ad oggi – su come superare lo stallo politico. Sul fronte del Golfo, invece, lo Stato del Qatar ha anche cercato una mediazione, ospitando prima il capo del Governo di Unità Nazionale, Abdel Hamid Dabaiba, poi il capo del Parlamento, Aguila Salah, e il figlio del generale Haftar Belqasim, ed infine il presidente Abdel Fattah Al-Sisi. Tuttavia, l’islam politico ed in particolare il controverso mufti Al-Ghariani, parlando da Tajoura, ha già fatto sapere di rifiutare qualsiasi ruolo per l’anziano presidente dell’HoR e Khalifa Haftar.

Sul terreno, inoltre, proseguono ampi movimenti militari nel sud della Libia, da Sabha a Ghat, fino a Zintan, a Jadu, dove sono di stanza le truppe del generale, Osama Al-Juwaily, fedele al premier Bashagha. Tutto ciò lascia presagire un piano B qualora i negoziati diplomatici dovessero fallire come sembra siano destinati. Tutto ciò avviene mentre l’Europa, e l’Italia in particolare, sono state particolarmente esposte, più di altre aree del mondo, per la loro dipendenza dal gas russo, all’aggressione della Russia in Ucraina.

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