Ambasciatore d’Italia in Libia: “con una autorità esecutiva forte e condivisa a Tripoli, possibile aumento produzione gas del 30 per cento”

La Libia può aumentare la produzione di gas del 30 per cento in un anno con investimenti non superiori a 1 miliardo di dollari, a patto però che a Tripoli via sia una autorità esecutiva forte e condivisa. Lo riferisce Nova News, il quotidiano online di Agenzia Nova, citando l’intervento dell’ambasciatore d’Italia in Libia, Giuseppe Buccino, alla tavola rotonda “Focus Mediterraneo – Libia” organizzata dall’università Luiss di Roma.

“L’obiettivo di aumentare la produzione di petrolio, attualmente a 1,2 milioni di barili al giorno, a 2 milioni di barili è realistico e raggiungibile in un anno e mezzo o due anni, ovviamente se ci sono le condizioni e gli investimenti adeguati”, ha detto ancora Buccino, sottolineando anche “ampie potenzialità” nel settore dell’agroindustria “che sarebbe molto utile per la popolazione libica che ha sofferto molto per la transizione degli ultimi anni”.

L’auspicio, ha concluso Buccino, è quello di arrivare a una “parziale, graduale ma definitiva ricomposizione del quadro politico libico, che possa permettere al Paese di avere maggiore stabilità, di favorire lo sviluppo economico e di migliorare ulteriormente le relazioni con i Paesi vicini, tenendo presente che la stabilità della Libia è in qualche modo la stabilità del Mediterraneo e ha un impatto chiaro sul nostro Paese”. Secondo il portale web Opec, la Libia ha esportato 4,292 miliardi di metri cubi di gas nel corso del 2020.

Agenzia Nova aggiunge che Durante la tavola rotonda, l’ambasciatore ha anche elogiato il ruolo “fondamentale ed estremamente apprezzato” di Eni in Libia, un Paese “che potrebbe produrre energia “in modo alternativo” liberando risorse di gas destinate all’export. “Non dimentichiamo il ruolo fondamentale ed estremamente apprezzato di Eni in Libia, dove opera con un’impresa mista con la National Oil Corporation (NOC), la Mellitah Oil and Gas, che da lavori a tantissimi libici e ne ha formati migliaia in Italia”, ha detto Buccino. “Il gas che viene estratto nella Libia occidentale verse il confine con la Tunisia per il 65 per cento serve ai libici e il resto va nel Greenstream”, ha detto ancora il diplomatico italiano, in riferimento al gasdotto che collega Italia e Libia. “È chiaro che si possono modificare queste percentuali e aiutare i libici produrre energia in modo alternativo e ridurre questo 65 per cento”, ha aggiunto Buccino.

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