Meshri accusa il Parlamento di violazione dell’accordo politico, cresce l’attesa e la tensione per il giuramento di Bashagha

Il capo dell’Alto Consiglio di Stato (HCS), Khaled Al-Meshri, il secondo organo legislativo della Libia con funzioni consultive con base nella capitale Tripoli, ha accusato il Parlamento di aver violato l’accordo politico (LPA) concedendo ieri la fiducia a un nuovo governo ed agendo unilateralmente. Al-Meshri ha aggiunto che l’HCS terrà una sessione giovedì, “per prendere le misure necessarie contro queste violazioni”. Ha evidenziato inoltre che la continua chiusura della traccia costituzionale è un “reato di diniego della giustizia”.

Ieri, la Camera dei Rappresentanti (HoR) ha concesso la fiducia al nuovo esecutivo del premier designato Fathi Bashagha, con 92 voti a favore su 101. Tuttavia il Governo di unità nazionale di Abdel Hamid Al-Dabaiba ha descritto la sessione come illegale, denunciando brogli ed errori nei conteggi.

Dall’altra parte, Fathi Bashagha, forte del sostegno con le autorità nella regione orientale e con i leader di alcune agenzie di sicurezza nella regione occidentale sembra non preoccuparsi troppo delle dichiarazioni del premier uscente ed è atteso tra domani e giovedì la cerimonia di giuramento.

Agenzia Nova conferma che Bashagha avrebbe assegnato il ministero degli Esteri ad Hafed Gaddour, ex ambasciatore libico in Italia e diplomatico molto apprezzato in Occidente, mentre il ministero dell’Interno va al generale Essam Abuzriba, fratello del Dr. Ali, membro dell’HoR ed Hassan, comandante della Stability Support Force di Zawiya (snodo costiero per il traffico di migranti); mentre quello della Difesa ad Ahmed Houma, secondo vice-presidente della Camera dei Rappresentanti di Tobruk, nell’est del Paese. Sembrerebbe invece confermato l’attuale vice-premier, Ali Al Qatrani.

Il Parlamento ha già sollevato molti dubbi sulla correttezza e la trasparenza del processo che ha portato alla nomina del nuovo Governo di stabilità nazionale, innescando inoltre pesanti polemiche per la nomina di almeno sei ministri, fratelli o parenti dei deputati. Ieri sera, dalla Piazza dei Martiri a Tripoli, alcuni leader delle agenzie di sicurezza e i propri uomini si sono radunati per leggere una dichiarazione a sostegno di Abdel Hamid Al-Dabaiba. Riuscirà Bashagha ad entrare nella capitale o dovrà affittare una villa a Bengasi? Lo scopriremo soltanto nei prossimi episodi.

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