Dal Parlamento libico, ancora nessuna data per le elezioni

Il Parlamento libico con sede a Tobruk, La Camera dei Rappresentanti (HoR), durante la sessione di ieri, 27 dicembre, a cui hanno partecipato 120 membri, ha passato in rassegna il rapporto dell’Alta Commissione Elettorale (HNEC), della Commissione parlamentare incaricata ad inizio mese di seguire il processo elettorale, nonché i rapporti riservati delle agenzie di sicurezza circa atti di sabotaggio, intimidazioni e furto del materiale elettorale. Mentre alcuni membri si sono detti favorevoli a collaborare per far progredire la transizione democratica del Paese, altri si sono dimostrati più interessati a trovare un colpevole per il rinvio del voto del 24 dicembre, scagliandosi in particolare contro il capo di HNEC, Emad Sayeh e l’attuale esecutivo di Abdel Hamid al-Dbeiba.
Il presidente della Camera ad interim, Fawzi Al-Nuwairi, ha riconosciuto che la legge elettorale è stata emessa dal Parlamento frettolosamente dopo che i 75 membri del Libyan Political Dialogue Forum (LPDF) non erano riusciti a trovare un accordo sul quadro giuridico che avrebbe dovuto disciplinare il momento elettorale. Secondo quanto riferito dal portavoce ufficiale del Parlamento, Abdullah Belhaq, i deputati hanno concordato tre punti fondamentali:
- HNEC non ha reso ufficiale il 24 dicembre come prima data utile per le elezioni presidenziali;
- La Commissione parlamentare di follow up del momento elettorale continuerà il suo lavoro, comunicando con tutti i partiti, in modo di designare una nuova road-map;
- Convocare il Consiglio di amministrazione di HNEC affinché chiarisca la voce “forza maggiore” che ha portato alla sospensione del processo elettorale;
- Votare per considerare l’Ambasciatrice del Regno Unito a Tripoli “persona non grata”, ricordando che il Parlamento deciderà sulla questione e trasmetterà le conclusioni al Ministero degli Esteri che dovrà comunicarle alle autorità competenti.
Tra le proposte dei membri del Parlamento citate da Al-Nuwairi prima di sospendere i lavori c’è anche il rinvio delle elezioni di sei mesi espandendo il dialogo a tutti gli attori interessati. Tra gli ostacoli incontrati da HNEC nel tenere elezioni in tempo diverse violazioni da parte dei comitati di appello alle elezioni presidenziali. Nello specifico, il rapporto citato dal Comitato parlamentare di follow up rivela che agli avvocati dell’Alta Commissione è stato negato l’accesso ad alcune udienze, fa luce su frodi e manipolazioni che hanno compromesso le procedure di ricorso, e che hanno poi portato alla reintegrazione dei candidati esclusi in precedenza.
Ad avviso dell’Alta Commissione, inoltre, le disposizioni del comitato elettorale della Camera dei Rappresentanti “non erano conformi alle disposizioni di legge e allo scopo di stabilire le necessarie restrizioni e condizioni per accettare le candidature presidenziali”. La decisione di riammettere alcuni candidati alla corsa presidenziale, spiega ancora il documento, è stata presa nonostante fossero chiari i motivi della loro esclusione e la mancata applicazione delle condizioni alla candidatura.
Nel commentare la sessione del Parlamento, la Consigliere speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite in Libia, Stephanie Williams, ha affermato che la preoccupazione principale dopo il rinvio delle elezioni non dovrebbe riguardare le sorti del governo provvisorio, ma la continuazione del processo elettorale. Williams aveva già dichiarato che spetta ai parlamentari fissare una nuova data per il momento elettorale, nel pieno rispetto della volontà di oltre 2milioni e mezzo di libici che hanno chiesto di poter eleggere i propri rappresentanti.