Ramadan tra guerra e pandemia, la situazione in Libia resta insopportabile

Di Vanessa Tomassini per “Strumenti Politici”.

Martedì l’esercito nazionale libico (LNA) ha iniziato a riposizionarsi su vari fronti di combattimento nell’area della capitale libica, Tripoli. Ahmed al-Mismari, portavoce del comando generale dell’LNA di Khalifa Haftar, aveva annunciato una ridistribuzione e un riposizionamento delle truppe in diversi assi di combattimento, compreso il disimpegno di alcune aree residenziali affollate, per permettere ai civili nella capitale di festeggiare la fine del Ramadan, Eid el-Fidr.

Tali movimenti hanno indotto i media ricollegabili alla Fratellanza Musulmana a parlare erroneamente di “ritiro totale” da parte di Haftar, soprattutto dopo che l’esercito nazionale ha abbandonato la base di al-Watiya, un aeroporto militare strategico nella regione occidentale, verso il confine tunisino, controllato da oltre 6 anni da truppe pro-LNA.

Diverse narrazioni circondano la conquista di al-Watiya da parte del Governo di Accordo Nazionale (GNA), tra chi accusa la Turchia di aver assediato la base con attacchi di droni e con bombardamenti dal mare, e chi invece sostiene che l’LNA abbia lasciato la base ordinatamente seguendo una scelta tattica. Entrambe le ipotesi vengono sostenute da foto e video. Immagini dall’interno della base “liberata” mostrano tra le forze del GNA un uomo in uniforme descritto come ufficiale turco, dall’altra parte invece, un video mostra le forze del GNA entrare in una base completamente vuota, abbandonata.

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