Tripoli. Reazioni al bombardamento di un’area residenziale

Di Ali Ahmed.

Ancora una volta, i bambini innocenti pagano il prezzo più caro della guerra. Un attacco si è concluso oggi, nel modo più orribile – afferma la Missione di Sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) – la vita di tre innocenti giovani ragazze di una stessa famiglia, è stata seppellita sotto le macerie di una casa rasa al suolo da un attacco aereo nel quartiere al-Fernaj, a Tripoli. Un’altra ragazza della stessa famiglia e la madre sono rimaste ferite nell’attacco aereo, che secondo quanto riferito è stato condotto da un jet da combattimento appartenente alle forze del Libyan National Army (LNA).

Sul luogo del raid, avvenuto lunedì in tarda mattinata, si è recato immediatamente il presidente del Consiglio del Governo di Accordo Nazionale (GNA), Fayez al-Serraj, accompagnato dai media. Il Ministero degli Interni ha accusato fin da subito l’LNA, sotto il comando del feldmaresciallo Khalifa Haftar, di essere dietro il bombardamento aereo. Il GNA ha considerato l’incidente un “crimine di guerra e una violazione di tutte le convenzioni e norme internazionali”, invitando UNSMIL, il Consiglio di sicurezza e tutte le organizzazioni internazionali ad assumersi le proprie responsabilità nei confronti di tali atti, documentandoli e perseguendo i responsabili.

Scioccata da questo attacco, la Missione Onu ha condannato nei termini più forti possibile il disprezzo sprezzante per la vita di persone innocenti, chiedendo l’immediata cessazione di tali attacchi indiscriminati.  “È particolarmente eclatante che l’attacco avvenga pochi giorni dopo quello al Club ippico di Tripoli che ha anche ferito un certo numero di bambini”. Afferma UNSMIL nel suo comunicato, ribadendo di non restare a guardare i crimini di guerra commessi e la perdita di vite innocenti, quasi ogni giorno. La Missione ha anche esortato gli Stati membri e le istituzioni internazionali competenti a compiere tutti gli sforzi possibili e ad adottare tutte le misure necessarie per porre fine alla palese violazione ripetuta del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani in Libia.

Nel frattempo, il portavoce dell’LNA, Ahmed al-Mismari, ha negato qualsiasi responsabilità affermando di aver bombardato esclusivamente un campo dell’intelligence ad al-Fernaj dove i gruppi armati del GNA hanno perso diverse munizioni ed armamenti. “Non abbiamo colpito alcun target civile a Tripoli” ha detto il portavoce, spiegando che “ogni obiettivo viene controllato e confermato tre volte dall’intelligence sul terreno, ogni obiettivo viene scelto con molta attenzione”. Dall’altra parte la coalizione di milizie armate della Tripoli Protection Force ha detto di ritenere la Comunità internazionale e la Missione Onu responsabili dell’attacco.

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