Dalla terra ai cieli. LNA intensifica i raid aerei da Tripoli a Sirte

Di Vanessa Tomassini.

Nonostante la sua chiusura, l’areoporto di Mitiga, l’unico scalo funzionante a disposizione dei libici nella capitale Tripoli è stato target di pesanti raid aerei da parte dell’aviazione dell’autoproclamato Libyan National Army (LNA), negli ultimi 3 giorni. Il portavoce dell’esercito orientale, Ahmed al-Mismari, annunciando l’inizio di una fase cruciale del conflitto, ha motivato l’incremento delle operazioni aeree con la mancata interruzione del supporto turco ai gruppi armati affiliati al Governo di Accordo Nazionale (GNA).

Lunedì il comandante della Sirte Protection and Security Force, fedele al GNA, Al-Dai Abdullah, ha confermato che un attacco aereo dell’aviazione di Bengasi ha preso di mira le loro posizioni all’interno della città che ha dato i natali al colonnello Muammar Gheddafi. A denunciare l’attacco anche l’operazione Vulcano di Rabbia, che ricorda che Sirte, nella fattispecie i battaglioni che hanno partecipato all’operazione Bunyan al Marsous, ha partecipato alla guerra contro Daesh tra il 2014 e 2015, confutando la retorica del feldmaresciallo Khalifa Haftar che afferma che le operazioni militari mirano a sconfiggere gruppi criminali ed estremisti.

Questa mattina dall’areoporto di Mitiga si è alzata una nuova nuvola di fumo, mentre bombardamenti vengono confermati da fonti locali anche nelle aree di Tajoura e al-Karimia. I raid avrebbero avuto come target magazzini e formazioni armate di Misurata, sebbene media filo Serraj riportano del ferimento di una famiglia, denunciando il bombardamento di aree residenziali. Circa un’ora fa le formazioni armate di al-Serraj avrebbero subito un’offensiva aerea a Zatarneh nella periferia ad est di Tripoli.

In questo contesto, aumenta la preoccupazione per l’arrivo a Tripoli di nuovi jihadisti fuggiti dalla Siria. Fonti dell’esercito siriano di alto rango hanno parlato a Speciale Libia di un accordo segreto tra Siria, Russia e Turchia, riguardante il trasferimento in Libia di circa 3000 combattenti estremisti, mentre alcune centinaia sarebbero stati inviati in Yemen. La fonte ha affermato che coloro che si sarebbero rifiutati di partire avrebbero ricevuto cure da parte della Turchia. Media locali riportavano, già ad aprile scorso, l’arrivo a Tripoli di Nusret Imamovic, il 48enne leader del Fronte al Nusra, o anche Jabhat al-Nuṣra, un gruppo armato jihadista salafita attivo dal 2012, nel contesto della guerra civile siriana, in Siria e in Libano.

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