Serraj discute con la Guardia Costiera dei risultati della Commissione mista italo-libica

Di Vanessa Tomassini.
Il presidente del Consiglio del Governo di Accordo Nazionale, Fayez al-Serraj, in veste di Comandante supremo delle forze armate, ha ricevuto martedì mattina il generale di brigata Abdullah Omar Toumiyeh, comandante della guardia costiera, ed il generale di brigata Ayoub Amr Qasim, portavoce del capo di gabinetto della Marina.
Durante l’incontro, gli ufficiali hanno illustrato al presidente Serraj i risultati della riunione del Comitato italo-libico. In particolare, secondo quando si apprende dalla pagina Facebook del Governo, il generale di brigata Toumieh ha presentato una relazione che conferma l’accordo tra la Libia e l’Italia sui programmi di cooperazione ed il supporto tecnico richiesti a Roma per contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina, che include programmi di formazione e coordinamento nelle operazioni di salvataggio. L’Italia si è impegnata a consegnere due imbarcazioni alle forze della guardia costiera libica nei prossimi giorni.
L’ambasciatore d’Italia a Tripoli, Giuseppe Perrone, ha espresso apprezzamento per il programma congiunto nel contrasto al traffico di esseri umani. “Apprezziamo gli sforzi sempre più intensi di Marina e Guardia Costiera libica in controllo dei confini e salvataggi in mare”. Ha dichiarato Perrone tramite un tweet. Già il 14 marzo 2017, si era riunita a Roma una commissione mista italo-libica nell’ottica di una cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all’immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere. Al centro dell’incontro, anche allora, le iniziative urgenti nei settori della formazione, della fornitura di equipaggiamenti e attrezzature, attraverso un programma integrato, elaborato sulla base di uno schema di priorità condivise, a cui il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini sembra abbia voluto dare un nuovo impulso.
Già in passato l’Italia ha dimostrato di essere in prima linea nel supporto internazionale alle Istituzioni libiche con la riparazione della nave anfibia della Marina libica “Ibn Ouf”, ormeggiata nella Base Navale di Abu Sitta. Grazie al rafforzamento della cooperazione italo-libica, favorito anche dal Memorandum d’Intesa firmato nel febbraio 2017 dall’ex Presidente del Consiglio Gentiloni e dal Presidente Serraj, la nave “Ibn Ouf” è ritornata lo scorso gennaio ad essere operativa, compiendo negli ultimi mesi diverse attività di pattugliamento nelle acque territoriali, contribuendo al contrasto di ogni tipologia di traffico illecito e all’esercizio della sovranità dello Stato libico.
Nel quadro dell’azione di sostegno da parte dell’Italia al ripristino dei mezzi navali libici, va ricordata inoltre la riconsegna, nella seconda metà del 2017, di 4 motovedette, classe “Bigliani”, alla Guardia costiera della Marina Militare libica, a seguito del completamento delle attività di formazione degli equipaggi, avvenuta in Italia. L’impegno italiano si spinge oltre la rimessa in pristino dei mezzi, e riguarda anche l’assistenza nella manutenzione nel lungo periodo delle imbarcazioni, assicurandone un adeguato livello di efficienza. Tali operazioni hanno fatto registrare una diminuzione degli sbarchi in Italia dalla Libia dell’ 84% nei primi 5 mesi del 2018 rispetto all’anno precedente, basti pensare che nel maggio 2018 i migranti sbarcati sono stati 3.836, l’83% in meno rispetto a maggio 2017 quando ne arrivarono 22.993. Tuttavia è opportuo ricordare che la costa ad est ed ovest della capitale, continua ad essere il principale punto di partenza per i migranti diretti verso le coste europee, in particolare quelle italiane, mentre la situazione dei porti e delle coste nella zona orientale del paese, controllata dall’esercito libico di Khalifa Haftar, risultano essere più sicuri e non si registrano tentativi di partenze di migranti, secondo l’ultimo rapporto dell’istituto Dryad Maritime.
Malgrado le polemiche sollevatesi nei giorni scorsi, per via di voci di una missione nel sud della Libia, mentre in molti riferiscono di arrivi e movimenti militari all’areoporto di Misurata, l’azione di sostegno dell’Italia alla popolazione libica, favorito anche dalla presenza della nostra Ambasciata, l’unica aperta a Tripoli da parte di un Paese dell’Unione Europea, si staglia in un ventaglio di settori e non è sempre quantificabile: ad esempio, la riapertura del servizio visti presso l’Ambasciata e presso lo sportello di Tobruk rappresenta una misura di sostegno e amicizia molto importante che non può essere sintetizzata in un numero, sebbene i libici continuino a lamentare di tempi di attesa lunghissimi. Si ricorderà poi che la Libia è tra i Paesi prioritari per il Fondo Africa.
La Cooperazione italiana è impegnata inoltre, sin dall’inizio della crisi libica, sia in iniziative di emergenza, sia in attività di sviluppo, con particolare riguardo ai settori della sanità, dell’educazione, della protezione e della sicurezza alimentare, a favore delle categorie più vulnerabili della popolazione locale. Complessivamente, per l’anno 2017, sono stati deliberati dal Governo italiano 11 milioni di Euro per la Libia. L’Italia è anche impegnata a sostenere le municipalità libiche attraverso progetti co-finanziati dall’Unione europea per investimenti di diversi milioni di euro. Ma fu vera gloria? Ai libici, almeno su questo, l’ardua sentenza.