Crisi della Magistratura, incendi negli archivi dei tribunali completano il quadro di una Libia profondamente divisa

A complicare ulteriormente lo scenario verso il processo elettorale in Libia ora ci si mette anche la Magistratura.  Oggi, lunedì, l’Assemblea Generale della Corte Suprema ha confermato la sua adesione al principio della separazione dei poteri e di non trasgredire i limiti della sua giurisdizione, e di prendere le distanze dagli affari politici, un giorno dopo che il Consiglio giudiziario supremo ha respinto la sentenza emessa dalla Camera costituzionale in merito all’incostituzionalità della sua formazione.

L’Assemblea ha dichiarato in una nota: “Al fine di far avanzare la Corte Suprema, poiché è al vertice della gerarchia giudiziaria in Libia, con il ruolo che le è stato affidato nello stabilire la giustizia di Dio nella sua terra e tra i suoi servi in ​​questo paese, la Camera costituzionale della Corte Suprema esercita il controllo giudiziario sulla costituzionalità delle leggi in modo da ottenere la sottomissione di tutte le autorità statali alle disposizioni della legge e impedire a qualsiasi autorità statale di eccedere oltre i propri poteri specifici in conformità con la Costituzione”.

Domenica scorsa, il Consiglio supremo della magistratura ha rigettato la sentenza emessa dalla Camera costituzionale della Corte suprema in merito all’incostituzionalità della sua formazione, decidendo di “ritardare la trattazione di tutte le uscite relative alla costituzionalità delle leggi fino all’istituzione di un tribunale di conflitto di giurisdizione”, facendo appello alla Camera dei Rappresentanti (HoR) affinché emani una legge in materia di conflitto di giurisdizione, oltre a rinviare la trattazione di tutte le uscite relative alla costituzionalità delle leggi fino all’istituzione del suddetto tribunale.

La Camera costituzionale, nei giorni scorsi, aveva dichiarato incostituzionale l’articolo 1 della legge 11 del 2023 per quanto riguarda la considerazione del capo dell’ispezione degli organi giudiziari in Libia come capo del Consiglio superiore della magistratura. L’attivazione della Camera Costituzionale della Corte Suprema ha completato quelli che in molti hanno descritto come “il terzo pilastro”, dopo quello politico e militare, della profonda divisione in Libia.

In fiamme dossier di corruzione a Tripoli

Sabato, l’ufficio del procuratore di Bab Bin Ghashir ha indagato sull’incidente di un incendio che ha distrutto due uffici designati per la conservazione di alcuni documenti giudiziari presentati davanti ai dipartimenti per l’udienza di crimini e violazioni commessi all’interno della giurisdizione del tribunale, secondo una dichiarazione rilasciata dall’ufficio del procuratore.

Il comunicato stampa indica che gli atti giudiziari andati perduti a causa dell’incendio erano stati “inseriti nel corso telematico sulla base del sistema di lavoro della Procura, che ne ha una copia digitale corrispondente all’originale”, spiegando che la Procura ha disposto che in caso di smarrimento degli atti si seguiranno le regole procedurali elaborate e che gli stessi vengano inseriti nel ciclo di lavoro nei termini prescritti.

Il procuratore generale ha inoltre esortato il quadro giudiziario a essere pienamente consapevole dello scopo di stabilire il progetto di trasformazione digitale e a raddoppiare gli sforzi per archiviare tutti gli atti giudiziari telematicamente affinché la Commissione eviti eventuali incidenti futuri che comportino la perdita di atti giudiziari prima che vengano digitalizzati.

Nelle stesse ore, l’Autorità per la Sicurezza Nazionale ha annunciato il controllo di un incendio scoppiato al terzo piano del complesso giudiziario di Tripoli. L’autorità ha affermato in un breve comunicato che le squadre dei vigili del fuoco del Dipartimento per la sicurezza nazionale di Tripoli hanno controllato l’incendio e si sono accontentate di confermare che non ci sono stati danni umani, senza fornire ulteriori dettagli sull’incendio e sui suoi danni.

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