Il Grande Fiume Artificiale torna a pompare acqua da Shwerif e Tarhuna dopo 15 giorni di interruzione

Il Direttore del Sistema Idrico Hassawna del Grande Fiume Artificiale, Younes Al-Telisi, ha annunciato la riapertura della conduttura centrale dopo quindici giorni di chiusura per atti di sabotaggio nei pressi di Bani Walid. Al-Telisi ha spiegato che i lavori per riempire il percorso dalla stazione di controllo del flusso di Al-Shwerf alla stazione di pompaggio di Tarhuna proseguono, secondo le condizioni dell’ingegneria idraulica, con una portata di 200.000 metri cubi al giorno. Il flusso d’acqua aumenterà non appena si riempirà il serbatoio di bilanciamento presso la stazione di pompaggio di Tarhuna.
Il “Grande fiume artificiale” è una complessa rete di 4.000 chilometri di pipeline e di 270 stazioni di pompaggio. Una infrastruttura vitale per il popolo libico almeno quanto lo sono i pozzi di petrolio. La prima condotta, da Murzuk a Tripoli, fu inaugurata nel 1996 dal colonello Muammar Gheddafi che la definì l’ottava meraviglia del mondo. In Libia ci sono quattro grandi bacini sotterranei, questi sono il bacino di Kufra, Sirte, Murzuk e il bacino di Hamada, i primi tre dei quali contengono riserve combinate di 35.000 chilometri cubi d’acqua. Queste vaste riserve offrono quantità d’acqua quasi illimitate per il popolo libico, una quantità d’acqua che gli esperti hanno valutato equivalente al flusso di 200 anni di acqua nel fiume Nilo.

Nei giorni scorsi, il portavoce dell’Autorità fluviale artificiale, Salah Al-Saadi, ha indicato che un allaccio illegale, il quinto in venti giorni, da parte di un cittadino, ha comportato la fuoriuscita e lo spreco di ingenti quantità d’acqua, interrompendo le forniture a Brega. L’autorità che controlla il Grande Fiume artificiale ha invitato “tutte le autorità competenti a mettere in sicurezza la River Authority, fermando questi attacchi contro i suoi impianti”. Ha chiesto l’attivazione della Risoluzione n. 7 del 2021, che dispone la criminalizzazione degli autori di tali atti contro le infrastrutture vitali che trasportano acqua alle città libiche.
Lo scorso settembre, il procuratore generale libico ha ordinato la rimozione di trentuno edifici abusivi lungo il percorso del sistema fluviale artificiale nella città di Bengasi. L’ufficio ha dichiarato che avrebbe chiuso tutti i punti di approvvigionamento idrico illegali, annunciando misure aggiuntive per garantire il funzionamento del sistema.