Il parlamento libico stabilisce le condizioni per l’elezione del nuovo Primo Ministro

L’ufficio media della presidenza del Parlamento libico, la Camera dei Rappresentanti (HoR) ha annunciato al termine della sessione odierna, a Tobruk, le condizioni per candidarsi alla carica di Primo Ministro del prossimo esecutivo, considerando scaduto il mandato di Abdel Hamid Al Dabeibah secondo il voto di fiducia del 10 marzo scorso. Dopo la sospensione di lunedì, la Camera ha proseguito oggi le discussioni sulla gestione dell’attuale situazione politica alla presenza di 120 deputati.
Le condizioni approvate dalla HoR per candidarsi alla carica di Primo Ministro nel prossimo governo sono le stesse previste per la candidatura alle elezioni presidenziali ossia: essere cittadino libico musulmano, di genitori libici musulmani; non avere la cittadinanza di un altro Paese; non essere sposato con un cittadino straniero; aver compiuto 35 anni al momento della candidatura; possedere almeno un titolo universitario o titolo equivalente rilasciato da un’università accreditata; presentare un certificato di buona condotta e comportamento; non aver subito condanne per un delitto d’onore o crimini; essere sano abbastanza per svolgere i propri doveri; presentare un impegno scritto a non candidarsi alle prossime elezioni; aver presentato le dimissioni prima della candidatura da qualsiasi carica pubblica; ottenere la raccomandazione di 25 membri della Camera dei Rappresentanti; presentare una dichiarazione di informativa finanziaria; incontrare ogni altra condizione prevista dalle leggi e dalle legislazioni vigenti in Libia.
I membri permanenti dell’HoR hanno deciso di escludere l’Alto Consiglio di Stato (HCS) dal processo di selezione del Primo Ministro con 30 voti contro 21 invece favorevoli alla presentazione di raccomandazioni di membri dell’HCS per candidarsi. Sebbene la maggior parte dei parlamentari hanno criticato duramente il Governo di Unità Nazionale (GNU) per i presunti rapporti di corruzione che hanno portato all’arresto già di diversi ministri – ultimo il ministro della Salute oggi a Tripoli – e soprattutto per aver fallito nel portare la Libia alle elezioni, altri hanno preso le sue difese. Il membro del Parlamento, Mohamed Lino, ad esempio, ha invitato i membri permanenti a considerare il buon operato del Governo come la realizzazione di progetti pubblici, nuove centrali elettrice e soprattutto il successo nel trasformare le tende funeree in banchetti di matrimonio grazie al sostegno economico disposto per le giovani coppie che intendono formare famiglia. Inoltre, Aisha Shalabi, parlamentare di Zawiya, ha affermato che ci sono voci secondo cui i membri hanno ricevuto tangenti per ritirare la loro fiducia all’attuale esecutivo. Similarmente, altri hanno ipotizzato che alcuni membri dell’HoR abbiano ricevuto denaro dal Primo Ministro in cambio del sostegno in aula. Per dirimere i dubbi, Aguila Salah ha ordinato l’apertura di un’indagine interna.
Resta comunque aperta una opportunità, forse più che una, per il premier Abdel Hamid Al-Dabeibah che potrebbe ricandidarsi, o continuare il suo lavoro cambiando alcuni ministri del suo Governo per una nuova fase di transizione. Per il momento, Dabeibah e la sua squadra continueranno a svolgere i propri compiti, almeno fino al completamento della road map da parte della commissione parlamentare che dovrebbe presentarla in aula lunedì 31 gennaio. La nuova road map dovrà indicare il sentiero costituzionale, esecutivo, legale ed elettorale fino alle elezioni. Per fare ciò la commissione continuerà a consultarsi ancora questa settimana con l’Alto Consiglio di Stato, la Magistratura, l’Alta Commissione Elettorale Nazionale (HNEC) ed il Governo. Quest’ultimo, in particolare è coinvolto nell’organizzazione delle elezioni in termini di sicurezza perché si verifichino le condizioni ideali e per quanto concerne l’assegnazione del budget di cui HNEC necessita per il completamento del processo elettorale.