Berlino II, Al-Mangoush: “i libici sono stanchi delle parole, è ora di agire”

Il Ministro degli Affari Esteri della Libia, Najla al-Mangoush, ha tenuto una conferenza stampa congiunta con il Ministro degli Esteri tedesco e il Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite per gli Affari Politici. A conclusione della Conferenza Berlino II sulla Libia, che si è tenuta nella capitale tedesca ieri, mercoledì 23 giugno, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della Libia, Najla al Mangoush, ha espresso la sua felicità per la partecipazione della Libia a questa conferenza rappresentata dal Governo di Unità Nazionale, e ha espresso il suo ringraziamento e apprezzamento al governo tedesco e al Segretario generale delle Nazioni Unite, per i loro sforzi nell’organizzazione di questo summit, che segue la Conferenza ospitata sempre da Berlino lo scorso gennaio.

La ministra Najla Al-Manqoush, durante il suo discorso, ha chiesto alla Comunità internazionale di “continuare a sostenere la Libia adottando l’Iniziativa di stabilità del Paese, come visione puramente libica che emerge dalla realtà vissuta del popolo libico”. Ha ripercorso le caratteristiche di questa iniziativa rappresentata dall’unificazione dell’istituzione militare, l’integrazione dei gruppi armati nelle istituzioni statali, il ritiro di tutte le forze straniere e mercenari dal territorio libico, oltre all’unificazione delle istituzioni sovrane, in particolare la Banca Centrale della Libia.

Il ministro degli Esteri ha sottolineato che è giunto il momento di agire, rilevando che il popolo libico è stanco delle parole. “Oggi arriviamo con una visione sul modo ideale per stabilizzare il nostro Paese e aprire la strada a elezioni libere, eque e sicure il 24 dicembre”, ha affermato. Al-Mangoush ha inviato un messaggio alla comunità internazionale, affermando che “a causa del fallimento a livello nazionale e internazionale dopo il 2011 è necessario che tutti lavorino insieme per raggiungere e rafforzare la stabilità in Libia”, rilevando che ciò è vitale, per spianare la strada per lo svolgimento di elezioni libere ed eque e per stabilire il principio di sovranità nazionale.

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