Operazioni militari a Tarhouna bloccano materiale medico destinato al sud della Libia

Di Vanessa Tomassini.

Attivisti della società civile hanno denunciato che le operazioni militari in e intorno alla città di Tarhouna da parte del Governo di Accordo Nazionale (GNA) hanno bloccato le spedizioni sanitarie predisposte dalle autorità della regione occidentale e destinate alla regione meridionale. Attualmente il materiale medico inviato dal Ministero della Salute, in coordinamento con il Ministero della Local Governance (GNA) sarebbe stato fermato dai gruppi armati impegnati nell’area ed è altamente probabile che non arrivi a destinazione.

L’ultimo rapporto dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) evidenzia inoltre che in risposta alla pandemia di Covid-19, le autorità libiche hanno avviato misure di sanità pubblica nel marzo 2020 volte a frenare la diffusione di COVID-19. Tali misure comprendono – sottolinea il rapporto – restrizioni di viaggio e mobilità dovute alla chiusura di aeroporti, punti di entrata (POE) lungo le frontiere terrestri e marittime, nonché restrizioni alla circolazione interna che rischiano di complicare ulteriormente anche la distribuzione di aiuti sanitari ed umanitari, già ostaggio dei gruppi armati e target di atti di vendetta per l’affiliazione politica delle città a cui sono destinati.

Intanto nel sud della Libia, la situazione risulta ancora instabile anche dal punto di vista della sicurezza. Fonti locali affermano che giovedì 23 aprile, verso mezzogiorno, nel distretto di Traghan, a Murzuk, alcuni uomini armati di coltello hanno attaccato il direttore del dipartimento del servizio sanitario municipale lasciandolo gravemente ferito. A Sabha, la sera di mercoledì un uomo è stato trovato agonizzante per delle gravi ferite da arma da fuoco lungo la strada di al-Manshiya.

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