Scopi militari del Mitiga International Aiport

Di Vanessa Tomassini.

Diversi giornalisti si sono precipitati all’aeroporto di Mitiga, l’unico scalo attivo nella capitale Tripoli, per documentare nei giorni scorsi il targeting con missili grad attibuiti al Libyan National Army (LNA) guidato dal feldmaresciallo Khalifa Haftar. Nella narrativa del buono e cattivo di alcuni media locali ed occidentali, che poco si addice ad un conflitto civile trasformato in una guerra per procura con eterogenei attori in campo, viene omesso di descrivere l’utilizzo militare dell’aeroporto da parte dei gruppi armati affiliati al Governo di Accordo Nazionale (GNA), presentandolo alla strenua di un comune Malpensa.

Mentre restano da confermare i rapporti odierni circa il movimento di mezzi e uomini, sbarcati da due navi turche al porto di Tripoli, nella base di Mitiga, numerose evidenze sono state raccolte nel corso dei mesi scorsi circa l’impiego del Mitiga International Airport da parte del GNA e delle sue milizie. “Il fotoreporter dell’AFP, Mahmud Turkia, ieri è riuscito a sgattaiolare in Mitiga e localizzare il cratere causato dall’attacco aereo dell’LNA. Ha trovato un elicottero Chinook CH-47 intatto e ancora in situ a circa 20 metri dal cratere LNA – probabilmente parzialmente danneggiato da schegge”. Scriveva Sami Zaptia il 9 aprile 2019 su “Libya Herald”.

Il direttore del quotidiano in lingua inglese aggiunge che “fonti di Tripoli hanno confermato oggi che almeno un altro Chinook CH-47 era situato nelle vicinanze, fu colpito e ha subito danni più gravi dall’attacco aereo dell’LNA. Apparentemente è stato rapidamente rimosso e nascosto alla vista prima che potesse essere fotografato. Non è chiaro quanto sia stato gravemente danneggiato”.

Successivamente, il 28 agosto 2019, era stato “The Address Journal” a pubblicare il video di un drone sulla pista dell’aeroporto di Tripoli, rivelando che da giugno almeno 16 esperti militari turchi, tra cui un generale di alto rango, Irfan Ozsert, che è stato comandante di il reggimento dell’Accademia militare turca e fu responsabile del settore militare della regione di Gaziantep, stavano svolgendo incarichi di intelligence militare a Tripoli. Il Ministero degli Esteri turco, in un incontro ad Ankara col pannello degli esperti delle Nazioni Unite, aveva motivato la presenza del suo personale a Tripoli con “operazioni di sicurezza della propria ambasciata, ma non aveva fornito ulteriori dettagli”.

Gli esperti ONU hanno documentato nel loro ultimo rapporto, rilasciato a dicembre 2019, che la Special Deterrence Force (SDF), la forza di deterrenza RADA affiliata al Ministero dell’Interno (GNA) “controlla efficacemente l’aeroporto e le sue operazioni”. Aggiungendo che “adiacente all’aeroporto si trova la vicina struttura di detenzione controllata dalla SDF, utilizzata per detenere, tra l’altro, combattenti di gruppi armati locali. Ciò serve come base logica per gli attacchi da parte di gruppi armati di entrambe le parti in conflitto, che mirano a liberare i propri combattenti dalla detenzione”. Ciò mette in dubbio anche la responsabilità attribuita da alcuni reporters al generale Haftar.

A tal proposito, va detto che il 1mo settembre 2019 un gruppo armato affiliato al GNA ha condotto un attacco con artglieria contro il Mitiga International Airport durante operazioni aeree civili. Gli esperti sottolineano che “l’attacco è stato probabilmente eseguito da un singolo gruppo per supportare le proprie attività criminali”, avvertendo inoltre delle ripetute violazioni della Convenzione di Ginevra da parte del GNA, in particolare il “principio di Distinzione” tra obiettivi civili e militari. Il diritto internazionale prevede infatti che vengano adottate preucazioni per proteggere i civili in contesto di conflitto.

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