Condanna internazionale per l’uccisione di quindici migranti a Sabrata

L’uccisione di quindici migranti e richiedenti asilo avvenuta venerdì nella città di Sabrata sta provocando una diffusa condanna internazionale. La Missione di Sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) ha condannato fermamente l’atroce accaduto. “Undici corpi carbonizzati sono stati trovati all’interno della barca ormeggiata con altri quattro corpi feriti trovati all’esterno”. Ha dichiarato UNSMIL, aggiungendo che “mentre le circostanze esatte restano da determinare, le uccisioni sarebbero derivate da scontri armati tra trafficanti rivali”.

“L’UNSMIL chiede alle autorità libiche di garantire un’indagine rapida, indipendente e trasparente per assicurare alla giustizia tutti gli autori. Questo attacco è un chiaro promemoria della mancanza di protezione che migranti e richiedenti asilo devono affrontare in Libia e delle diffuse violazioni dei diritti umani intraprese da potenti trafficanti e reti criminali che devono essere rapidamente fermate e perseguite”. Ha concluso.

All’appello di UNSMIL si è unito quello del capo della Missione dell’Unione Europea in Libia, Sabadell Jose, chiedendo un’indagine tempestiva, indipendente e trasparente per assicurare alla giustizia tutti gli autori del disastro di Sabrata. “Siamo profondamente rattristati dalla tragica perdita di vite umane. I nostri pensieri sono con le vittime e le loro famiglie”. Ha dichiarato Sabadell in un tweet, sottolineando la necessità di continuare a combattere le reti criminali che sfruttano migranti e richiedenti asilo nel Paese nordafricano.

L’ambasciatrice britannica in Libia, Caroline Hurndall, condividendo la dichiarazione di UNSMIL, ha dichiarato: “Il Regno Unito sostiene pienamente questa affermazione”. Il Regno Unito ha anche chiesto che le persone coinvolte nell’incidente di Sabratha siano assicurate alla giustizia, riaffermando la necessità di indagare su “questo abominevole incidente” e perseguirne gli autori. Anche l’Ambasciata d’Italia a Tripoli ha condiviso la dichiarazione di UNSMIL.

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