Corruzione: il Procuratore generale libico continua una lunga serie di fermi tra politici, ufficiali e presunti uomini d’affari

La Procura generale ha annunciato domenica di aver arrestato il capo ad interim della Compagnia libica per gli investimenti esteri (LAFICO) con l’accusa di corruzione. Il mandato rientra in una serie di detenzioni contro la corruzione attuate dal procuratore generale Siddiq Al-Sour nell’ultimo anno dopo la sua nomina da parte della Camera dei Rappresentanti (HoR) nell’aprile dello scorso anno. Secondo quanto riferito dall’ufficio del Procuratore, il capo di LAFICO dovrà rispondere all’accusa di abuso d’ufficio allo scopo di ottenere benefici per sé e per gli altri, fornire una mano a coloro che raccoglievano somme di denaro in violazione di leggi e regolamenti, aver causato gravi danni a fondi e interessi pubblici con la riscossione del valore dei prestiti. Secondo il Procuratore uno di questi prestiti, che sarebbero stati riscossi dalla Compagnia per gli Investimenti Esteri ammontava a duecento milioni di lire egiziane, ed un altro a cinque milioni di dollari.

Il 4 gennaio, l’ufficio del procuratore generale ha anche annunciato l’arresto dell’ex vice primo ministro di Ali Zeidan, Sideeq Abdulkarim, con l’accusa di aver preso impegni contro lo Stato per un valore di 1,2 miliardi di dinari e per lo spreco di 230 milioni di dinari di soldi pubblici; l’acquisto di fondi pubblici per un suo amico; abuso di potere e stipulazione di contratti per la fornitura di beni e servizi privi di qualità a prezzi elevati; elusione delle procedure di controllo e parte delle procedure di affidamento diretto rilasciate a 11 società per ben 121 incarichi. L’ufficio del procuratore generale ha rivelato la scorsa settimana che l’ex Primo Ministro avrebbe confessato i reati a suo carico.

Ma non è tutto. La Procura generale ha disposto venerdì il fermo di un gruppo di proprietari di società e nove agenti della dogana in servizio al Porto di Misurata per appropriazione indebita per 25 milioni di dinari. Il numero imprecisato di uomini d’affari avrebbe cospirato con le nove guardie doganali, di cui cinque in stato di fermo, per sottrare grandi somme di denaro all’agenzia delle dogane. Sette milioni di dinari dei fondi sottratti sarebbero già stati restituiti.

A fine dicembre, Al-Sour ha disposto l’arresto del direttore dell’Ufficio libico per il recupero e la gestione dei fondi statali (costituito con la risoluzione del Consiglio di Presidenza n. 1479 del 201), per diverse accuse, tra cui attività contrarie allo scopo del suo ufficio. A metà settembre, le manette erano scattate anche per il sindaco sospeso di Sabratha in attesa del suo processo sempre per presunti crimini di corruzione. In particolare, il capo della municipalità occidentale già sospeso sarebbe accusato di malagestione e appropriazione indebita degli introiti relativi ai test del Coronavirus, in aggiunta al reato di abuso d’ufficio.

Il 20 aprile 2021, il Parlamento libico ha approvato la nomina di Siddiq Al-Sour, all’epoca capo del Dipartimento Investigazioni, quale nuovo Procuratore Generale. La nomina ha messo fine ad un lungo periodo senza un procuratore in Libia dopo che nel luglio 2014, la Corte Suprema libica aveva stabilito che il parlamento dell’epoca, il Congresso Nazionale Generale (GNC) non aveva il diritto di effettuare tale nomina. Nonostante siano migliaia i casi pendenti nei tribunali libici, il sistema della Giustizia sembra aver ricominciato a funzionare dopo che Siddiq Al Sour ha preso servizio.

Secondo il programma “Law Enforcement” del Ministero dell’Interno libico, in soli tre mesi, da giugno ad agosto 2021, le agenzie di sicurezza hanno effettuato ben 105 arresti nella sola capitale Tripoli. I mandati d’arresto disposti dalla Procura riguardano principalmente persone ricercate per diversi casi penali come omicidio, furto coercitivo, rapina a mano armata, frode ed estorsione, nonché persone in fuga dagli istituti di detenzione dove si trovavano per scontare la pena per una serie di reati. Il ruolo del Procuratore generale è assai complesso. Il clima di instabilità e divisione politica non ha risparmiato alla Procura polemiche, accusata spesso da tutte le parti di svolgere un ruolo politico, soprattutto quando le misure cautelari hanno riguardato figure di leadership o ministri dell’attuale Governo, come nel recente caso della ministra della Cultura, Mabruka Toghi Othman.

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