Allo stadio Al-Tayyari di Sabha tornano in campo i sogni

Di Vanessa Tomassini.

“Chi avrebbe mai pensato che un giorno avremmo ricordato i vecchi tempi. I giorni di passione ed entusiasmo, i migliori giorni di campionato di sempre, la Bird League”. A dirci questo è Einman Iyad, 21 anni di Sabha, nella Libia meridionale, che orgoglioso ci racconta degli sforzi fatti con i suoi coetanei per ripristinare lo stadio del loro quartiere, abbandonato per lungo tempo. “Abbiamo fatto tutto da soli. Lo Stadio Al-Tayyari, la migliore roccaforte eroica, è stato riabilitato grazie ai nostri sforzi personali”. Aggiunge, spiegando che si tratta di un argomento semplice, forse banale per alcuni, ma per questi giovani rappresenta una vera e propria impresa.

Questi ragazzi hanno pittato, aggiustato la rete, riparato porte e illuminazioni per ridare vita al loro stadio dove oggi possono tornare a giocare con ancora più grinta. “Una settimana di stanchezza. Una settimana di spossatezza – prosegue Einman, sottolineando come – questa settimana non resterà inosservata. Non è una settimana qualunque, non sono soltanto 7 giorni, ma è una settimana in cui abbiamo fatto gloria. Vogliamo che se ne tenga conto seriamente, perché ce l’abbiamo fatta, abbiamo attraversato la porta della vittoria”.

Una vittoria che vale più di cento partite. È la soddisfazione di chi, solo e contro tutti, ce la fa. E guai a dire che si tratta solamente di un campo da calcio, che forse non è una notizia che merita di essere raccontata, perché su quel prato, ci sono i sogni interrotti di una generazione che vuole tornare in campo. Ma soprattutto c’è un modello di successo, un esempio da seguire.

Il processo di costruzione dello Stato, difficoltoso per gli adulti e per i politici libici che sperimentano, spesso, realtà incerte e portatrici di continui cambiamenti all’interno e dall’esterno del Paese, sembra essere meno complesso per le giovani generazioni che in Libia hanno vissuto il peso del conflitto sulla loro pelle. Le relazioni che nascono all’interno di gruppi, o di associazioni, possono restituire ai giovani ambiti di identificazione e progettualità che assicurano valori stabili all’interno delle loro comunità. Quelle stesse relazioni, inoltre, creano collegamenti e ponti, favorendo di fatto un processo di pace e ricostruzione. I giovani libici si sentono ed agiscono come eroi, malgrado siano stati troppo a lungo prigionieri del conflitto politico e militare.

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