Egitto rifiuta il sostegno Onu al piano di Bathily

Il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Ahmed Abu Zaid, ha affermato in una dichiarazione il rifiuto da parte del Cairo della risoluzione del Consiglio di sicurezza sulla Libia, che dovrebbe essere rilasciata venerdì, dopo aver pubblicato una bozza della dichiarazione oggi.

Abu Zaid ha spiegato che il Cairo rigetta l’iniziativa dell’inviato delle Nazioni Unite in Libia, Abdoulaye Bathily, riguardo alla formazione di un comitato di alto livello dei partiti libici che porterebbe allo svolgimento delle elezioni entro la fine di quest’anno.

Abu Zaid ha anche affermato che l’attesa dichiarazione del Consiglio di sicurezza aumenterebbe lo stato di divisione e rivalità sulla scena libica e minerebbe le possibilità di tenere elezioni presidenziali e parlamentari il prima possibile nel quadro di un consenso nazionale tra i libici.

Ha affermato che il Consiglio di sicurezza ha incoraggiato un’iniziativa in chiara violazione del ruolo delle istituzioni libiche legittime ed elette, accogliendo invece con favore i progressi compiuti a livello del quadro costituzionale e il 13° emendamento alla Dichiarazione costituzionale da parte della Camera dei Rappresentanti (HoR) e dell’Alto Consiglio di Stato (HCS).

Nella bozza di dichiarazione, il Consiglio di sicurezza ha alluso alla possibilità di designare soggetti o entità che ostacolano le elezioni per sanzioni, incoraggiando gli sforzi per la formazione di un comitato libico che includa rappresentanti delle istituzioni, personalità politiche , leader tribali, organizzazioni della società civile, agenzie di sicurezza, giovani e donne, per contribuire a dare gli ultimi ritocchi alla base costituzionale e alle leggi elettorali. La dichiarazione ha riconosciuto il ruolo costante dell’HoR e dell’HCS e il loro graduale progresso nel quadro costituzionale per le elezioni e nell’approvazione del 13° emendamento costituzionale.

Fonti diplomatiche hanno confermato che il rifiuto dell’Egitto alla dichiarazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è derivato principalmente dal fatto che il Consiglio di sicurezza ONU non menzioni la formazione di un nuovo governo unificato in grado di condurre elezioni parlamentari e presidenziali in tutto il Paese. La Libia è divisa da oltre un anno tra due amministrazioni rivali, il Governo di Unità Nazionale con sede a Tripoli, sotto la guida di Abdul Hamid Dabaiba, e il governo nominato dal Parlamento, guidato da Fathi Bashagha, operante tra Sirte, Bengasi e Sabha, dopo l’incapacità di insediarsi nella capitale Tripoli.

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