UA spinge affinché la conferenza di riconciliazione nazionale si svolga prima dell’estate

Il presidente del Congo-Brazzaville e il presidente di turno della Commissione ad alto livello dell’Unione africana sulla Libia, Denis Sassou-Nguesso, hanno chiesto che la conferenza di riconciliazione nazionale per il Paese nordafricano si svolga prima della prossima estate. Nguesso ha chiarito in un comunicato ripreso dall’emittente televisiva libica “Al Hadath” che i libici vogliono solo porre fine alla crisi nel loro paese e che tutti le parti devono accettare i risultati del processo elettorale.

Nguesso ha affermato che la divisione della Libia ha avuto un impatto negativo sul continente africano, che ha causato l’escalation dell’attività estremista nel Regione del Sahel. Secondo il presidente del Congo il conflitto il conflitto ha reso la Libia un punto di transito per migliaia di giovani migranti africani che arrivano da ogni parte, rischiando la vita attraverso il deserto e poi il Mediterraneo verso l’Europa. Nguesso ha indicato che la fine della guerra in Libia porterà alla stabilità della regione del Maghreb, e quindi ridurrà il contrabbando di ogni genere.

La scorsa settimana, si è svolto a Tripoli, il forum preparatorio alla Conferenza di riconciliazione nazionale. L’evento, organizzato dal Consiglio presidenziale libico sotto gli auspici di Unsmil e dell’Unione Africana, ha riunito 140 personalità libiche in rappresentanza delle eterogenee componenti sociali e politiche del Paese nordafricano. I partecipanti hanno convenuto sulla necessità di voltare la pagina del conflitto, riaffermando l’unità della Libia e la sua sovranità. Ha tuttavia fatto emergere diverse questioni su cui i libici dovranno lavorare, compresa la necessità di una bandiera e un inno nazionale che rappresenti tutti, sostenitori di febbraio e settembre.

Il forum è stato fortemente criticato da diversi gruppi, tra cui la Municipalità di Misurata, il consiglio dei notabili della Grande Tripoli, ed altri esponenti di gruppi armati e religiosi che ne hanno preso le distanze, ritenendo che le conclusioni del forum mettano in discussione i valori della Rivoluzione del 17 febbraio e non rispetti i valori libici, oltre ad infrangere la legge della Sharia.

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