Bashagha al Parlamento britannico: Dabaiba protetto da milizie con collegamenti terroristici

Di Ali Ahmed.

Il Primo Ministro designato dalla Camera dei Rappresentanti (HoR), Fathi Bashagha, ha affermato che il Primo Ministro del governo di unità nazionale, Abdel Hamid Dabaiba, è ancora a Tripoli sotto la protezione di un numero limitato di milizie, alcune delle quali avrebbero legami con gruppi terroristici internazionali.

Parlando in videoconferenza alla Commissione Esteri del parlamento del Regno Unito, Bashagha ha accusato Dabaiba – premier in carica, a capo del Governo di Unità Nazionale, frutto di un processo internazionale facilitato dalle Nazioni Unite, noto come Libyan Political Dialogue Forum (LPDF) – di utilizzare queste milizie mentre riprendono le attività dei gruppi terroristici, soprattutto nel sud della Libia.

Bashagha, ex ministro degli Interni nel Governo di Accordo Nazionale di Fayez al-Serraj anch’esso sostenuto da gruppi estremisti fino al 2019, ha inoltre parlato della continua mancanza di sicurezza e controllo dei confini, l’influenza delle milizie sul governo e sul processo decisionale, in aggiunta alle crescenti violazioni dei diritti umani nel Paese nordafricano.

Il premier designato, espressione di un progetto fallito sponsorizzato principalmente dall’Egitto ed altri Paesi, ha affermato che con Dabaiba, le entrate della Libia sono utilizzate per proteggere gli interessi personali, piuttosto che a beneficio del popolo libico, aggiungendo che dall’insediamento del GNU, la Libia avrebbe assistito ad un aumento senza precedenti dei prezzi di alimenti e medicine, per non parlare della crisi elettrica che è peggiorata nonostante tutte le enormi quantità di denaro speso per il settore elettrico.

Bashagha ha anche confermato che gli studenti libici hanno trascorso l’intero anno accademico senza libri a causa della corsa a commissioni e accordi, in un incidente da lui descritto come il primo del genere in Libia, oltre al ritorno della divisione politica e istituzionale, l’ascesa di incitamento all’odio e alla violenza. Ha anche accusato Dbeibah di aver dato l’ordine di fucilare lui e i suoi sostenitori in quartieri densamente popolati, quando è entrato pacificamente a Tripoli lo scorso maggio per svolgere i suoi compiti, aggiungendo che si è ritirato dalla capitale per evitare spargimenti di sangue.

Ha inoltre ritenuto il capo del Governo di Unità Nazionale responsabile del fallimento del “sogno di 2,8 milioni di libici che cercavano il cambiamento attraverso le elezioni presidenziali e parlamentari previste per il 24 dicembre 2021 secondo la roadmap di Ginevra”, sottolineando che il popolo libico non è soddisfatto di questa situazione, ed è per questo che nelle ultime settimane si sono svolte manifestazioni e proteste in tutte le regioni.

Bashagha ha affermato che la Libia è ora a un bivio e che sta ancora soffrendo il caos, ribadendo che Dabeiba non ha alcun controllo sul campo, ma le Nazioni Unite e alcuni altri attori internazionali continuano a sostenerlo, compreso il governo britannico.

E’opportuno ricordare che incontri più o meno segreti al Cairo sono iniziati molto prima del 24 dicembre 2021, data prevista per il momento elettorale e che la nomina di un nuovo esecutivo da parte della Camera dei Rappresentanti (HoR) consentirebbe ai parlamentari e ai membri dell’Alto Consiglio di Stato di rimanere in carica per almeno altri due anni. Le accuse alle milizie di coinvolgimento con gruppi terroristici non è cosa nuova. Già quando era ministro degli Interni, Bashagha aveva lanciato l’operazione “Caccia ai serpenti” contro trafficanti ed estremisti della regione occidentale, tuttavia alcuni di essi, sono considerati oggi suoi alleati e vicini al ministro dell’Interno nel suo governo parallelo insediatosi a Sirte.

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