Il Giornale: voluto dall’Italia e finanziato coi fondi Ue, un centro controllo in Libia per frenare partenze e ONG

La Libia avrà presto il suo Mrcc, ovvero il centro di coordinamento marittimo della Guardia costiera. Lo rivela Chiara Giannini in un approfondimento pubblicato giovedì da “Il Giornale”. Il progetto, finanziato dall’Unione europea per 15 milioni di euro, rientra nel più ampio piano comunitario per il contrasto all’immigrazione clandestina a sostegno della Libia nel periodo 2014-2020 nell’ambito di vari strumenti di finanziamento, tra cui il Fondo fiduciario di emergenza dell’Ue per l’Africa (Eutf), lo strumento europeo di vicinato, l’assistenza umanitaria e lo strumento che contribuisce alla stabilità e alla pace.

Dalla sua creazione nel novembre 2015, l’Eutf ha mobilitato 456 milioni di euro per progetti in Libia, oltre la metà dei quali dedicati alla protezione di migranti e rifugiati e un terzo alla stabilizzazione della comunità. I fondi rimanenti sono investiti in azioni per migliorare la gestione delle frontiere (57,2 milioni di euro), con l’obiettivo di sostenere le autorità libiche nel salvare vite in mare e combattere il traffico di migranti. Le specifiche tecniche sono state prodotte dalla Marina militare italiana che ha anche bandito la gara, poi aggiudicata dalla RI di Trepuzzi e trasportato a bordo di nave San Giorgio le strutture nel porto militare di Tripoli, dove l’Mrcc sorgerà. In un’area di circa mille metri saranno ospitati 10 shelter. Vi si potranno trovare due sale operative, una sala radio, una cucina attrezzata e 4 alloggi.

Nel pacchetto da 15 milioni di euro – prosegue il rapporto – è incluso l’addestramento del personale libico da parte dei militari italiani di Guardia costiera e Guardia di Finanza che li affiancheranno per 48 mesi. I libici analizzeranno i dati radar e Ais, il traffico radio e avranno quindi un quadro chiaro di ciò che accade nella zona Sar. Questo servirà a raccogliere l’allarme proveniente dai barconi in partenza, intervenire attraverso le motovedette che il nostro Paese ha già fornito a Tripoli, ma potranno anche eventualmente deviare e dirigere le navi civili in transito. Sul posto c’è peraltro già un’officina dedicata alla manutenzione dei mezzi. Il progetto fu promosso dalla Guardia costiera italiana su richiesta formulata congiuntamente dalla Commissione Europea e dall’Eeas attraverso il Common Non-Paper del 2016 e fu approvato nel giugno dello stesso anno.

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