Arrestato un sindaco del Niger mentre trasportava 200 kg di cocaina in Libia, erano destinati all’Europa

Il sindaco di una municipalità del Niger ed il suo autista sono stati arrestati nel deserto nel nord del Paese mentre trasportavano con loro oltre 200 kg di cocaina, affermano i rapporti della polizia locale. I due sospettati avrebbero trasportato la droga in Libia dopo che era stata introdotta clandestinamente nel paese dal Mali, ha riferito la BBC.

L’agenzia di polizia antidroga del Niger ha dichiarato che si tratta della più grande quantità di cocaina sequestrata nel Paese dell’Africa occidentale. Il traffico di droga e i sequestri da parte delle autorità sono sempre più frequenti grazie alla sempre maggiore collaborazione a livello regionale. L’Ufficio centrale del Niger per la repressione del traffico illecito di droga (OCRTIS) ha dichiarato mercoledì che la polizia era a conoscenza di una grande quantità di cocaina trasportata attraverso il paese verso la Libia e ne stava seguendo le tracce.

L’indagine ha portato al sequestro, lo scorso 2 gennaio, di 199 mattoni di cocaina per un peso totale di 214 kg trasportati in un veicolo appartenente all’ufficio del sindaco di Fachi, ha confermato la portavoce dell’OCRTIS Nana Aichatou Ousmane Bako alla BBC. Il veicolo aveva lasciato Fachi e si stava dirigendo verso la Libia per la città di Dirkou quando è stato fermato domenica.

“È la prima volta che il nostro paese ha sequestrato una quantità così grande di cocaina”, ha aggiunto Bako, aggiungendo che la droga era diretta in Europa, per un valore stimato di circa 19 milioni di dollari. Il sindaco e il suo autista sono stati portati nella capitale del Niger, Niamey, per essere interrogati. Fachi è un’oasi nel deserto di Tenere a circa 400 km (250 miglia) a nord della città di Agadez. È conosciuto come un centro commerciale per sale e datteri. La regione è utilizzata come rotta per molteplici tipi di traffico, come lo spostamento di droga tra il Sud America e l’Europa e il traffico di migranti.

Libia: relazione tra traffico di stupefacenti e terrorismo

Nel frattempo, dalle relazioni del Procuratore generale libico è emerso che esiste una relazione tra gruppi accusati di traffico di stupefacenti e sostanze psicotrope, e gruppi accusati di terrorismo e riciclaggio nel Paese nordafricano. Le rivelazioni sono arrivate a seguito di un incontro a Tripoli tra il procuratore, Siddiq Al-Sour, il capo dell’Agenzia per il controllo degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope, il capo del Nucleo Ispettivo sul lavoro degli Ufficiali di Polizia Giudiziaria, il Servizio Controllo Affari Informatici Comunicazioni ed il Nucleo Supporto alle Decisioni presso la Procura Generale.

La nota del procuratore libico afferma che l’incontro ha passato in rassegna l’operato degli ufficiali giudiziari nel corso dell’anno 2021 e gli ostacoli che ne hanno limitato l’efficacia. Il Procuratore Generale ha sottolineato la necessità di intensificare gli sforzi volti a contrastare il crescente fenomeno del traffico di stupefacenti e sostanze psicotrope, e l’intensificarsi degli effetti negativi che ne derivano, in particolare il suo impatto sulla salute e aspetti sociali della vita.

“Le segnalazioni pervenute al suo ufficio confermano il fatto che i gruppi coinvolti nella gestione del traffico di stupefacenti e sostanze psicotrope sono collegati a gruppi basati sul riciclaggio di denaro e reati di terrorismo”. Spiega la nota, indicando che questa attività ha assistito ad un drastico aumento. Ha inoltre suggerito di rafforzare le misure atte a contrastare l’importazione di tutti i materiali proibiti attraverso i porti dello Stato libico che portino all’identificazione delle persone coinvolte in questi a livello locale ed internazionale.

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