Elezioni, servizi, diritti umani e sicurezza: le richieste del G7 al nuovo esecutivo in Libia

Il comunicato finale del summit dei ministri degli Esteri del G7, conclusosi ieri a Londra, mostra una rinnovata unità tra i Paesi occidentali. Il documento di quasi cento pagine, affronta le principali questioni internazionali, sferrando un duro attacco a Pechino e Mosca e richiamando l’attenzione sul rispetto dei diritti umani, libertà di stampa e contrasto alla disinformazione. Per quanto riguarda la situazione in Libia, il comunicato finale del summit afferma: “accogliamo con favore i progressi compiuti in Libia dall’inizio del processo di Berlino, compresa la recente approvazione del governo libico ad interim di unità nazionale (GNU) e del Consiglio di presidenza. Accogliamo con favore l’adozione delle risoluzioni 2570 (2021) e 2571 (2021) del Consiglio di sicurezza che riflettono le nostre priorità e obiettivi condivisi e sollecitiamo le autorità e le istituzioni libiche ad attuarli pienamente”.

Il gruppo ha chiesto al nuovo Governo libico di Unità Nazionale (GNU) di compiere i necessari preparativi per elezioni presidenziali e parlamentari nazionali inclusive, trasparenti e credibili il 24 dicembre 2021, come stabilito nella tabella di marcia concordata dal Forum del dialogo politico libico. Ha riaffermato la necessità che il nuovo esecutivo lavori per migliorare la fornitura di servizi di base al popolo libico; rispettare i diritti umani e garantire la protezione dei rifugiati e dei migranti; e per garantire una piena, equa e significativa partecipazione delle donne e dei giovani. “Sottolineiamo l’importanza di unificare le istituzioni libiche e proteggere le infrastrutture petrolifere nazionali libiche, assicurando che i proventi del petrolio siano preventivati ​​in modo trasparente e distribuiti a beneficio di tutto il popolo libico”. Prosegue il documento.

I ministri degli Esteri hanno riconosciuto “i rischi per la pace e la sicurezza internazionali derivanti dalle violazioni della sovranità libica, inclusa la presenza di combattenti stranieri e mercenari. Il conflitto in Ciad, dove i gruppi ribelli hanno lanciato la loro offensiva dal sud della Libia, serve come un acuto promemoria di ciò”. Hanno chiesto a tutte le parti libiche di garantire la piena attuazione dell’accordo di cessate il fuoco del 23 ottobre 2020, esortando vivamente tutti i paesi a rispettare e sostenere la sua piena attuazione. Ciò include il pieno rispetto dell’embargo sulle armi e il completo ritiro senza indugio dalla Libia di tutte le forze e mercenari stranieri.

Il gruppo, che vede una rinnovata sintonia tra Stati Uniti e Regno Unito, ha accolto con favore la richiesta contenuta nella risoluzione 2570 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per la Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia di fornire supporto alla Commissione militare congiunta 5 + 5 e al meccanismo di monitoraggio del cessate il fuoco (LCMM) di proprietà libica, con l’obiettivo di attuare appieno l’accordo di cessate il fuoco del 23 ottobre 2020.

“Ci impegniamo a sostenere gli sforzi più ampi di LCMM e UNSMIL per sostenere il processo di transizione politica libica. Sottolineiamo la necessità di pianificare il disarmo, la smobilitazione e la reintegrazione dei gruppi armati e di tutti i pertinenti attori armati non statali”. Ha aggiunto, sottolineando la necessità di una riforma del settore della sicurezza e la creazione di un sistema di sicurezza inclusiva, responsabile e guidata dai civili per la Libia nel suo insieme. Il G7 ha riaffermato inoltre la necessità di una giustizia di transizione e riconciliazione, concludendo: “accogliamo con favore la decisione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite di creare una missione conoscitiva in Libia. Chiediamo alle autorità libiche di continuare la loro cooperazione con la missione e di garantirle il pieno accesso”.

Il comunicato finale del summit dei ministri degli Esteri del G7, conclusosi ieri a Londra, mostra una rinnovata unità tra i Paesi occidentali. Il documento di quasi cento pagine, affronta le principali questioni internazionali, sferrando un duro attacco a Pechino e Mosca e richiamando l’attenzione sul rispetto dei diritti umani, libertà di stampa e contrasto alla disinformazione. Per quanto riguarda la situazione in Libia, il comunicato finale del summit afferma: “accogliamo con favore i progressi compiuti in Libia dall’inizio del processo di Berlino, compresa la recente approvazione del governo libico ad interim di unità nazionale (GNU) e del Consiglio di presidenza. Accogliamo con favore l’adozione delle risoluzioni 2570 (2021) e 2571 (2021) del Consiglio di sicurezza che riflettono le nostre priorità e obiettivi condivisi e sollecitiamo le autorità e le istituzioni libiche ad attuarli pienamente”.

Il gruppo ha chiesto al nuovo Governo libico di Unità Nazionale (GNU) di compiere i preparativi necessari per elezioni presidenziali e parlamentari nazionali inclusive, trasparenti e credibili il 24 dicembre 2021, come stabilito nella tabella di marcia concordata dal Forum del dialogo politico libico. Ha riaffermato la necessità che il nuovo esecutivo lavori per migliorare la fornitura di servizi di base al popolo libico; rispettare i diritti umani e garantire la protezione dei rifugiati e dei migranti; e per garantire una piena, equa e significativa partecipazione delle donne e dei giovani. “Sottolineiamo l’importanza di unificare le istituzioni libiche e proteggere le infrastrutture petrolifere nazionali libiche, assicurando che i proventi del petrolio siano preventivati ​​in modo trasparente e distribuiti a beneficio di tutto il popolo libico”. Prosegue il documento.

I ministri degli Esteri hanno riconosciuto “i rischi per la pace e la sicurezza internazionali derivanti dalle violazioni della sovranità libica, inclusa la presenza di combattenti stranieri e mercenari. Il conflitto in Ciad, dove i gruppi ribelli hanno lanciato la loro offensiva dal sud della Libia, serve come un acuto promemoria di ciò”. Hanno chiesto a tutte le parti libiche di garantire la piena attuazione dell’accordo di cessate il fuoco del 23 ottobre 2020, esortando vivamente tutti i paesi a rispettare e sostenere la sua piena attuazione. Ciò include il pieno rispetto dell’embargo sulle armi e il completo ritiro senza indugio dalla Libia di tutte le forze e mercenari stranieri.

Il gruppo, che vede una rinnovata sintonia tra Stati Uniti e Regno Unito, ha accolto con favore la richiesta contenuta nella risoluzione 2570 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per la Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia di fornire supporto alla Commissione militare congiunta 5 + 5 e al meccanismo di monitoraggio del cessate il fuoco (LCMM) di proprietà libica, con l’obiettivo di attuare appieno l’accordo di cessate il fuoco del 23 ottobre 2020.

“Ci impegniamo a sostenere gli sforzi più ampi di LCMM e UNSMIL per sostenere il processo di transizione politica libica. Sottolineiamo la necessità di pianificare il disarmo, la smobilitazione e la reintegrazione dei gruppi armati e di tutti i pertinenti attori armati non statali”. Ha aggiunto, sottolineando la necessità di una riforma del settore della sicurezza e la creazione di un sistema di sicurezza inclusiva, responsabile e guidata dai civili per la Libia nel suo insieme. Il G7 ha riaffermato inoltre la necessità di una giustizia di transizione e riconciliazione, concludendo: “accogliamo con favore la decisione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite di creare una missione conoscitiva in Libia. Chiediamo alle autorità libiche di continuare la loro cooperazione con la missione e di garantirle il pieno accesso”.

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