L’Unione Europea impone sanzioni sui fratelli al-Kani

I ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno imposto sanzioni per gravi violazioni dei diritti umani i fratelli al-Kani. Mohammed Khalifa Al-Kani, e suo fratello Abderrahim Al-Kani, sono a capo della milizia Kaniyat. Secondo la Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, Mohammed Khalifa Al-Kani è il capo della milizia Kaniyat, che ha esercitato il controllo della città libica di Tarhuna tra il 2015 e il giugno 2020. In quella posizione, sovrintende a tutte le attività della milizia Kaniyat. Nella sua qualità di capo della milizia è responsabile di gravi violazioni dei diritti umani in Libia, in particolare uccisioni extragiudiziali e sparizioni forzate di persone tra il 2015 e il giugno 2020 a Tarhuna.

Mohammed Khalifa Al-Kani e la milizia Kaniyat sono fuggiti da Tarhuna all’inizio di giugno 2020 verso la Libia orientale. Successivamente, a Tarhuna furono scoperte diverse fosse comuni attribuite alla Milizia Kaniyat. Anche Abderrahim Al-Kani è un membro chiave della milizia Kaniyat, e fratello del capo della stessa milizia armata, Mohammed Khalifa Al-Khani. Abderrahim Al-Kani ha ricoperto il ruolo di responsabile della sicurezza interna della Settima Brigata, divenuta poi Nona Brigata nel momento in cui è passata dalla parte di Khalifa Haftar e il suo Libyan National Army (LNA) che ne ha tratto vantaggio durante l’offensiva sulla capitale Tripoli, fallita in seguito all’intervento turco.

Il Consiglio ha deciso oggi di imporre misure restrittive a undici persone e quattro entità responsabili di gravi violazioni e abusi dei diritti umani in vari paesi del mondo. Queste 15 designazioni, così come l’inserimento in elenco di quattro cittadini russi all’inizio del mese, rientrano nel primo pacchetto più ampio di inserimenti in elenco nell’ambito del regime globale di sanzioni dell’UE in materia di diritti umani. Le sanzioni mostrano la forte determinazione dell’UE a difendere i diritti umani e a intraprendere azioni concrete nei confronti dei responsabili di violazioni e abusi.

Le violazioni oggetto delle misure odierne comprendono le detenzioni arbitrarie su ampia scala subite, in particolare, dagli uiguri nello Xinjiang, Cina, la repressione nella Repubblica popolare democratica di Corea, le uccisioni extragiudiziali e le sparizioni forzate in Libia, le torture e la repressione a danno delle persone LGBTI e degli oppositori politici in Cecenia, Russia, nonché le torture e le uccisioni ed esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie in Sud Sudan ed Eritrea.

A norma del regime globale di sanzioni dell’UE in materia di diritti umani istituito il 7 dicembre 2020, alle persone e alle entità inserite in elenco si applica il congelamento dei beni nell’UE. Inoltre, le persone inserite in elenco sono soggette a un divieto di viaggio nell’UE. È fatto altresì divieto alle persone ed entità nell’UE di mettere fondi a disposizione, direttamente o indirettamente, delle persone ed entità inserite in elenco. Gli atti giuridici del caso, compresi i nomi delle persone e delle entità interessate, sono stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale.

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