“LIA non richiede lo sblocco dei beni e si accontenta di lavorare all’interno del regime di sanzioni ONU”, portavoce afferma

Di Vanessa Tomassini.

Tre giorni fa, abbiamo discusso con Omar Khattaly, ex Responsabile del Fondo Immobiliare della LIA dal 2012 al 2016, oggi Amministratore delegato della Khattaly Consulting Company con sede negli Stati Uniti, delle ricenti dichiarazioni apparse sui media internazionali, inclusi Reuters ed Al-Jazeera, del presidente della Libyan Investment Authority (LIA), Dr. Ali Mahmoud.

Oggi, abbiamo ricevuto una dichiarazione da parte di Ismail Ayan, Relation Media Manager della LIA, che afferma: “Non sono a conoscenza di una richiesta di sbloccare i beni della LIA da parte del Premier Fayez al-Sarraj. Sarebbe improbabile che lo facesse perché la LIA è un’entità sovrana indipendente e non soggetta a decisioni governative“.

Il portavoce conferma inoltre che “in passato ci sono state notizie false che affermavano che la LIA ha richiesto un completo sblocco delle sue risorse e queste sono categoricamente false”.

Il portavoce ha precisato che “la LIA non richiede lo sblocco dei beni e per ora si accontenta di lavorare all’interno del regime di sanzioni delle Nazioni Unite”.

All’inizio di quest’anno il presidente della LIA, il dott. Ali Mahmoud, ha dichiarato che la LIA si rivolgerà al comitato per le sanzioni delle Nazioni Unite per apportare un adeguamento al regime per creare un sistema semplificato per il reinvestimento del contante congelato attualmente detenuto da gestori di investimenti esterni. Non ha richiesto lo sblocco dei beni”. Ha ribadito, aggiungendo che “nell’ambito del regime di sanzioni completo in vigore dal 2011, la LIA non è in grado di generare rendimenti per il popolo libico dal denaro congelato e incorre in commissioni evitabili dai tassi di interesse negativi applicati dalle banche”.

“La LIA mantiene uno stretto coordinamento con il Comitato per le sanzioni delle Nazioni Unite e condividerà maggiori dettagli sulla domanda dopo che avranno avuto luogo le discussioni programmate”. Ha concluso.

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