Bashagha chiede interrogatorio e indagini pubbliche, Misurata in piazza in difesa del ministro

Il ministro dell’Interno del Governo libico di Accordo Nazionale (GNA), Fathi Bashagha, ha accolto positivamente la decisione del Consiglio di Presidenza di sospenderlo dai lavori e trasferirlo alle indagini, chiedendo che tale indagine fosse condotta pubblicamente.

L’ufficio di Bashagha in una nota rilasciata venerdì sera afferma che il ministro crede fermamente nello stato di diritto e nelle istituzioni “in cui nessuno è al di sopra della responsabilità, rispettando la gerarchia amministrativa”. La nota spiega che l’oggetto delle indagini sono la posizione e le dichiarazioni del Ministero degli Interni riguardo alle dimostrazioni pacifiche. “La sua obiezione alle misure di sicurezza emanate dalle parti armate non affiliate al Ministero dell’Interno, e il conseguente abuso della dignità del cittadino libico, in violazione dei suoi diritti e sperpero del suo sangue”.

Il ministro ha affermato: “Se il mio pregiudizio nei confronti del popolo libico nel rivendicare i suoi giusti diritti con mezzi pacifici è la base della decisione e l’oggetto delle indagini, sono onorato di essere pronto a comparire, a rivelare i fatti così come sono senza cortesia o equivoci, per informarvi di ciò che è sufficiente per eliminare il dubbio con certezza di prove ed evidenze”.

Bashagha ha chiesto che l’interrogatorio e l’indagine sia di dominio pubblico e trasmessi in diretta dai media, indicando il suo desiderio di evidenziare i fatti davanti al Consiglio di Presidenza ed il popolo libico che ha descritto come “l’unica fonte di legittimità, inizio e fine”. Bashagha ha sottolineato il suo impegno ad attuare immediatamente la decisione nel rispetto della legge.

Centinaia di persone sono uscite in strada a Misurata in solidarietà con il ministro dell’Interno difendendo le sue azioni in protezioni dei giovani manifestanti. Mentre sulle piattaforme di social network lo slogan “siamo tutti Bashagha” è diventato un trend in pochissime ore.

Dall’altra parte, le milizie della Tripoli Protection Force hanno rinnovato il loro pieno impegno alle istruzioni del Consiglio di Presidenza di Fayez al-Serraj, in materia di controllo di sicurezza e tutela della patria e del cittadino, definendo “audaci” le recenti decisioni del Primo Ministro, in quanto confermano “la forza dell’autorità legittima, e che nessuno è al di sopra della legge”.

Serraj ha assegnato la forza congiunta nella regione occidentale di Osama al-Juwaily al controllo della sicurezza nella capitale, in coordinamento con il ministero dell’Interno, le regioni militari e altre agenzie di sicurezza. La decisione ha invitato la forza assegnata ai sensi dell’articolo 1 a presentare i suoi rapporti periodici al Presidente del Consiglio sulla situazione quotidiana della sicurezza nella capitale, e le misure adottate per raggiungere questo obiettivo.

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