Sabha, le 9 richieste della Rivoluzione dei Poveri

Di Vanessa Tomassini.

Il sud della Libia soffre il triplo rispetto al resto del Paese del prolungato conflitto civile che nel 2011 ha portato al rovesciamento di Muammar Gheddafi. La divisione politica, la mancanza di sicurezza, l’assenza di istituzioni credibili e l’alto livello di corruzione, hanno del tutto annullato i diritti della comunità locale, compresa la fornitura di servizi essenziali come acqua, carburante ed elettricità.

Sabato 15 agosto, i giovani di Sabha sono scesi in strada per dire basta a tutto ciò. Hanno gridato slogan come: “la Libia è una sola, né orientale né occidentale”, “la gente vuole abbattere il regime”, “o mercanti, mercanti, abbassate i prezzi”. Prendendo le distanze da qualsiasi schieramento politico, e da altre iniziative avviate di recente da politici e politicanti, la Rivoluzione dei Poveri dei giovani di Sabha ha formulato nove richieste fondamentali:

1- Ritiro della fiducia ai membri del Parlamento che rappresentano Sabha;

2- Ritiro della fiducia ai membri del Consiglio di Presidenza, in rappresentanza del Sud;

3- Il comandante della regione militare deve garantire che il carburante venga venduto al prezzo ufficiale come nel resto del Paese;

4- Formazione di un comitato della “Gioventù della rivoluzione dei poveri” per seguire la distribuzione del carburante;

5- I Governi devono risolvere i problemi che devono affrontare la Società dell’acqua e delle acque reflue per implementare le linee di trasmissione;

6- Le autorità interessate dovrebbero accelerare il completamento del progetto della stazione di servizio di Ubari e completare la linea di trasporto;

7- Il comandante della regione militare e il Direttorato per la sicurezza di Sabha è tenuto a implementare la sicurezza, proteggere la città e attivare i servizi di sicurezza;

8- Formare un comitato per seguire il fascicolo sanitario in coordinamento con l’Ufficio di contabilità e controllo amministrativo;

9- Responsabilità dei funzionari coinvolti in casi di corruzione in città.

Lo sceicco Ali Abu Sbeha, capo delle tribù del Fezzan, ha affermato commentando le dimostrazioni che “i giovani di Sabha hanno alzato oggi la bandiera della patria”. L’anziano sceicco ha auspicato che altre città seguano l’esempio di Sabha e che la Rivoluzione dei Poveri si estenda presto ad altre regioni.

La lotta per il potere tra il Governo di Accordo Nazionale (GNA) e il Libyan National Army (LNA) ha portato la Libia al centro delle dispute internazionali. Ha reso il Paese nordafricano una base militare a cielo aperto per migliaia di mercenari schierati con questa o quella fazione. Le autorità sembrano aver dimenticato, non solo le idee che hanno portato alla rivoluzione del 2011 – tanto che i libici rimpiangono gli anni del precedente sistema – ma anche il loro ruolo principale: fornire servizi e gestire le risorse per garantire il benessere di tutti i cittadini.

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