Progetti turchi per risolvere il problema dell’elettricità in Libia

Di Vanessa Tomassini.
Lo scorso 29 giugno, il presidente della General Electric Company of Libya (GECOL), Abdul Majeed Hamzah, ha avuto un lungo incontro con l’ambasciatore turco a Tripoli, Serhat Aksin. Durante il meeting, i due avrebbero discusso della situazione di sicurezza delle centrali elettriche libiche, della loro manutenzione, nonchè delle modalità con cui compagnie specializzate turche potranno aiutare i libici a risolvere la crisi dell’elettricità.
Intere aree, in particolare in Tripolitania e nel Fezzan, continuano a soffrire della prolungata assenza di corrente come avviene ogni estate. E’ questo infatti il periodo dell’anno in cui aumenta la domanda per via dell’uso – a volte abuso – di condizionatori per alleviare la sofferenza del caldo rovente. Quest’anno la situazione è stata aggravata dal danneggiamento di alcune infrastrutture durante il conflitto tra i gruppi armati del Governo di Accordo Nazionale (GNA) e l’esercito libico (LNA), nonchè dalla prolungata interruzione delle operazioni petrolifere nel sud del Paese.
Dopo il sostegno militare fornito al GNA, la Turchia sta oggi studiando nuovi sistemi per porre fine a questi disagi, compresa l’istallazione di centrali elettriche galleggianti. La compagnia turca Karpowership ha annunciato negoziati per inviare sue navi cisterna di fronte alle coste libiche, in seguito ad una missione dei ministri degli Esteri e Finanza, ed alti ufficiali di Ankara, a Tripoli, a metà giugno. All’incontro era presente anche un rappresentante della Ziirat Bank, una delle banche più importanti in Turchia, dove la Fratellanza Musulmana depositò ingenti fondi in seguito alle minacce di Trump di distruggere la lira turca nell’ottobre 2019.
Secondo fonti ben informate, nell’occasione Serraj avrebbe autorizzato un pagamento di 16 milioni di dollari, per la compensazione di aziende turche danneggiate dal conflitto a partire dal 2011, oltre alle cifre concordate per il personale straniero di supporto. Senza confermare le notizie sui negoziati, la compagnia Karpowership ha annunciato la possibilità di inviare stazioni galleggianti a partire da quest’estate, che forniranno 1.000 megawatt, ovvero otto ore aggiuntive di elettricità al giorno per il Paese che soffre di frequenti interruzioni elettriche.
L’ambasciatore turco in Libia, Serhat Aksin, ha presentato alle aziende turche una visione per una soluzione parziale al problema dell’elettricità in Libia, proponendo una serie di interventi che contribuiscono alla stabilità della rete elettrica, durante l’incontro con il CEO della GECOL. Quattro anni fa, le petroliere turche caricavano carbone, ghiaia o sabbia, oggi invece trasportano una centrale elettrica pronta per il funzionamento entro poche settimane in qualsiasi posto nel mondo. Circa 15 anni fa, la compagnia Karpowership ha lavorato per costruire stazioni galleggianti ri-equipaggiando le navi per il trasporto di merci, oggi conta una flotta di 25 unità ed è diventata una delle aziende leader di questo settore.
Ciò coincide con le crescenti attività di esplorazione petrolifera in Libia. In una conversazione con TRT, il ministro turco dell’Energia e delle Risorse, Fatih Donmaz, ha indicato che il suo paese continuerà le attività di esplorazione edestrazione petrolifera in Libia, aggiungendo di prevedere di collaborare con la libica National Oil Corporation (NOC). Donmez ha spiegato inoltre che “il petrolio e le risorse naturali di cui la Libia gode dovrebbero essere usate prima per sviluppare il Paese e per ottenere prosperità per il suo popolo”, poi per pagare i mercenari siriani che Ankara ha inviato.
A fine maggio, lo stesso ministro ha annunciato che la compagnia petrolifera turca “TPAO” ha presentato una richiesta per trivellazioni petrolifere in acque libiche, nell’ambito dell’accordo tra Tripoli ed Ankara per la definizione delle frontiere marittime, indicando che la Turchia si sta muovendo in questa direzione. Durante il suo discorso ad Istanbul, durante la cerimonia di inaugurazione della missione esplorativa della nave “Fateh” nel Mar Nero, Donmaz ha affermato che la Turchia farà i primi passi entro 3-4 mesi, conducendo indagini geologiche e trivellando petrolio nel Mediterraneo sulla base dell’analisi dei dati. La compagnia petrolifera turca “Tabao” ha anche presentato una richiesta alla Libia per ottenere il permesso di esplorare nel Mediterraneo orientale, una volta completato questo processo.