Cadaveri e fosse comuni trovate in e intorno Tarhouna

Di Vanessa Tomassini.
Centosei cadaveri sono stati trovati all’interno dell’ospedale di Tarhouna dopo la ritirata dei gruppi armati del Libyan National Army, ed altrettanti sono stati rivenuti sepolti in quelle che sono state descritte come “fosse comuni” in e intorno Tarhouna. Un attivista locale ha confermato che 3 fosse comuni sono state rinvenute nel perimetro della municipalità a sud di Tripoli, ultima roccaforte di Haftar nella Libia occidentale. La Mezzaluna Rossa libica ha rinvenuto 20, 30, 60 cadaveri compresi minori in una fattoria ed altri punti della città.
L’attivista ha confermato che ad uccidere queste persone sarebbero stati i fratelli Kani e il loro gruppo armato, che si sono affiliati al Libyan National Army (LNA) a partire dal 2019. Intere famiglie, comprese le donne e i loro piccoli figli, sarebbero state trucidate dalla 7ma Brigata, definita “al-Kaniat” dai gruppi di Tripoli, poi divenuta 9na brigata nel momento in cui si è unita all’LNA di Haftar. Tra queste, ci sono le famiglie Harouda, Naaji, Basbous e al-Salami. Le uccisioni sarebbero avvenute tra il 2016 e 2019 per rivalità tribali o per questioni ideologiche, o per il semplice fatto di aver pistato i piedi alla famiglia Kani nella sua ascesa al potere. La maggior parte dei cadaveri tuttavia appartengono a persone uccise più di recente, durante l’attuale conflitto o negli scontri con i gruppi armati della capitale Tripoli a partire dalla fine di Agosto 2018. Tripoli e Tarhouna hanno relazioni storicamente difficili, tra il 1980 e il 1985 già si ricordano i primi contrasti.
Secondo nostre fonti locali, il gruppo dei fratelli Kani era solito uscire lungo la strada costiera di Garabulli, tra Tripoli e Misurata. Qui diverse persone sono state rapite e trasferite a Tarhouna. Alcuni sono stati catturati per motivi politici, o con l’accusa verosimile di appartenere a fazioni nemiche. Dopo essere stati torturati per ore, venivano uccisi e i loro corpi gettati nelle fosse rinvenute oggi. Per quanto concerne invece i 106 cadaveri rinvenuti all’interno dell’ospedale, la maggior parte sono corpi di combattenti di entrambi gli schieramenti, caduti nelle settimane precedenti alla ritirata dell’LNA verso Jufra, Sirte ed Agedabia. Il portavoce della nona Brigata non ha ancora risposto alla richiesta di spiegazioni sulle fosse comuni.
I Kani erano 5 fratelli, due di loro Mohsen e Abdeladeem sono stati uccisi con Abdelwahab al-Migri, comandante della 22ma Brigata di Fanteria dall’attacco di un drone a sud di Tripoli oltre nove mesi fa. I tre sopravvissuti, due ricoprono un ruolo di leader tribali mentre Mohammed Khalifa Ali al-Kani è il capo del Consiglio Militare di Tarhouna. Secondo nostre fonti, sarebbero stati visti a Bengasi, mentre il loro gruppo si trovava nei giorni scorsi ad Agedabia.
La Missione di Sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) ha condannato e chiesto indagini indipendenti per accertare fatti e responsabili. Il Ministero dell’Interno ha accusato il gruppo e l’LNA di questi crimini. Va ricordato che la settima Brigata dei fratelli Kani era allineata al Ministero della Difesa del GNA come si legge in questa intervista realizzata a settembre 2018. Il Ministero della Giustizia di Tripoli ha annunciato l’avvio di una inchiesta.
Come riportato precedentemente, anche i gruppi armati del GNA sono accusati di diversi crimini all’interno della città di Tarhouna, dopo il loro ingresso, compresi atti di vendetta e distruzione di proprietà pubbliche e private. Civili hanno anche denunciato la comparsa di elementi estremisti appartenenti alla Shura di Bengasi all’interno del parco Shashara.