Grecia ed Egitto condannano l’accordo tra Libia e Turchia, silenzio dell’Italia

Il ministro degli Esteri greco Nikos Dendias ha espresso giovedì il netto rifiuto da parte della Repubblica ellenica dell’accordo marittimo libico-turco, affermando che qualsiasi discussione sull’istituzione di una zona marittima tra la Turchia e la Libia è totalmente inaccettabile e per qualsiasi motivo. In una conferenza stampa congiunta con il suo omologo olandese in visita, Steve Block, Dendias ha criticato l’accordo, affermando che chi l’ha sottoscritto evidentemente non ha alcuna conoscenza geografica della regione.

Il ministro degli Esteri greco ha dichiarato che l’accordo “ignora chiaramente qualcosa che tutti possono vedere; tra questi due paesi, Libia e Turchia, c’è l’isola di Creta, che è geograficamente grande, nel senso che l’accordo potrebbe influire sulla sovranità ellenica”. L’accordo appena firmato rischia di creare tensioni nel Mediterraneo orientale e centrale.

Alla reazione ellenica si aggiunge quella dell’Egitto. Il Ministro degli Esteri egiziano ha dichiarato che i due promemoria non possono essere riconosciuti alla luce dell’accordo firmato a Skhirat, scaduto a dicembre 2017 ed esteso per un altro anno. L’accordo politico, che ha legittimato di fatto il Governo di Accordo Nazionale (GNA) guidato dal premier Fayez al-Serraj, indipendentemente dalla sua validità temporale, all’articolo 8 stabilisce i poteri del consiglio presidenziale ed afferma esplicitamente che il Consiglio nel suo insieme, e non solo il presidente del Consiglio, ha il potere di concludere accordi internazionali.

Il Ministero egiziano ha aggiunto che il Consiglio presidenziale è considerato sottorappresentato e attualmente soffre di un grave squilibrio nella rappresentanza delle regioni libiche. Pertanto, il ruolo del presidente del Consiglio, che ha autorità limitata, si deve attenere allo svolgimento delle attività previste dall’accordo di Skhirat. La dichiarazione del Cairo ha sottolineato che “la firma di due memorandum d’intesa nelle aree di cooperazione in materia di sicurezza e aree marittime dichiarate, è illegale e pertanto non vincola e non pregiudica gli interessi e i diritti di terzi e non ha alcun impatto sui diritti degli Stati costieri del Mediterraneo e non ha alcun impatto sui Sistema di delimitazione marittima nella regione del Mediterraneo orientale”.

L’Egitto ha esortato la comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità per affrontare l’approccio negativo che arriva in un momento in cui gli sforzi internazionali stanno continuando in coordinamento con i libici nell’ambito del processo di Berlino per raggiungere un accordo completo e applicabile basato sull’affrontare tutti gli aspetti della crisi libica. In tutto questo, l’Italia, sebbene tra i primi Paesi interessati al fascicolo libico, non ha preso ancora alcuna posizione.


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