I giovani del Fezzan protestano davanti ai campi petroliferi di Ubari

Di Vanessa Tomassini.

Martedì, un gruppo di giovani della storica regione meridionale della Libia, Fezzan, si sono radunati davanti al campo di El-Sharara, in Ubari, per protestare contro il deterioramento delle condizioni di vita, la totale mancanza di servizi e sicurezza, lanciando un ultimatum ai governi libici, dopo il fallimento dei rappresentati del sud in parlamento, all’Alto Consiglio di Stato e nei due Governi. I giovani, appartenenti a diverse famiglie, tribù e movimenti da Sabha, Ubari, Ghat e altre aree del bacino di Merzk e Wadi Shati hanno lavorato intensamente e, dopo una serie di incontri tra loro, si sono fatti portavoce di un unico accorato appello che invita anche le Nazioni Unite a non dimenticare i loro bisogni e la grande necessità di sicurezza nel Fezzan.

Speciale Libia ha raccolto le loro richieste:

  • Completare la stazione di servizio di Ubari o cambiare la compagnia per completarla,
  • Portare le turbine alle stazioni di generazione delle M-Tables e Samano,
  • Provvedere sicurezza sulla strada da Jafra e Al-Shuwairf al resto del sud, perché la gente del Sud e le loro famiglie vengono rapite,
  • Portare contanti per mettere fine alla mancanza di liquidità,
  • Garantire risparmio sull’acquisto di carburante,
  • Fornire prodotti alimentari alla popolazione ad un prezzo agevolato,
  • Attivazione della decisione di raffineria e magazzino nel Fezzan,
  • Offrire posti di lavoro per i giovani del Fezzan nel settore petrolifero e borse di studio per giovani studenti tra i disoccupati,
  • Riapertura degli aeroporti sud-occidentali e ripresa del traffico aereo,
  • Assunzione di nuovi medici per tutti gli ospedali delle regioni meridionali,
  • Rivendicazione di ministeri sovrani con sede nel sud,
  • Sviluppo territoriale di tutte le aree del Fezzan da parte delle compagnie petrolifere, come previsto dalla legge petrolifera libica.

I giovani hanno aggiunto che se le loro richieste non verranno soddisfatte, o prese in considerazione, il 25 ottobre 2018 organizzeranno un sit-in di fronte ai giacimenti petroliferi e al fiume industriale.

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