Tripoli. L’escalation di violenza colpisce i più indifesi

Di Vanessa Tomassini.

Continua l’escalation di violenza a Tripoli tra i vari gruppi armati. La Settima Brigata da Tarhuna, guidata dai fratelli Kani, continua a rifiutare qualsiasi trattativa, se il Consiglio Presidenziale non decide di sciogliere tutte le milizie nella capitale. Dopo alcuni meeting con le autorità di sicurezza, il premier Fayez al-Serraj ha dichiarato lo stato di emergenza mentre la città sembrava precipitare nel caos più totale. Gli scontri si sono riaccesi su una molteplicità di fronti, tra le forze di Tarhuna e la Brigata dei Rivoluzionari di Tripoli, le forze di deterrenza centrale di Ghenewa Kikli ed il Battaglione 301 in Ain Zara, Abu Selim, Khalat al-Furjan, al-Falah e Salah al-Deen.

Ad Ain Zara alcune aree sono state fortunatamente evacuate prima della ripresa dei combattimenti, i negozi hanno chiuso seguendo le indicazioni delle forze governative. Intorno alle 15,00, fonti locali hanno riportato che centinaia di detenuti sono riusciti a fuggire dall’istituto penitenziario Ruwaimi, liberati dalle milizie, tra questi sembra vi siano alcuni criminali pericolosi, responsabili in passato di diverse stragi. Intorno alle 22,00, al momento della stesura di questo report, la situazione ad Ain Zara sembra stabile. Il giovane Mohammed ci dice che si sente qualche esplosione in lontananza, ma le strade principali sembrano tranquille e presiedute dalla Guardia Presidenziale. Scenario peggiore ad Abu Selim, dove domenica pomeriggio le milizie hanno aperto il fuoco nella zona residenziale. Un giovane del posto ci ha detto che la sua famiglia si trovava a pochi metri dalle esplosioni, come si vede in questa foto.

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Esplosione nella zona residenziale di Abu Selim, nei pressi del cimitero

Nel distretto di al-Falah una granata ha distrutto il campo profughi degli sfollati interni di Tawergha uccidendo due persone e ferendone almeno cinque. Tra i feriti ci sarebbero  tre donne anziane, ora ricoverate in ospedale. Apprensione anche per un centro di detenzione migranti circondato dalle sparatorie fra bande. Domenica sera il Consiglio Presidenziale ha dato mandato alla Forza Anti-Terrrorismo di Misurata, guidata dal brigare Mohammed al-Zain, di entrare nella capitale per organizzare un cessate il fuoco e sedare le violenze nella periferia sud di Tripoli. La forza sarebbe già partita da Misurata. Le milizie provenienti da Tarhouna si sono avvicinate al confine di Siahiya, un quartiere storicamente abitato dai berberi, Amazigh, che hanno attivato la loro Mobile Force per difendere i propri confini, senza prender parte al conflitto. Nel frattempo, il comandante delle forze speciali dell’esercito orientale, il generale maggiore Nis Boukhamada, ha annunciato la disponibilità delle sue forze ad intervenire per porre fine agli scontri nella capitale via terra, mare e aria, come già avvenuto a Derna e Bengasi. Boukhada ha detto di attendere gli ordini del comando generale del Libyan National Army.

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La Forza Anti Terrorismo in partenza da Misurata

Veniamo ora ad una nota positiva. La Brega Marketing Company della National Oil Corporation ha messo in sicurezza il serbatoio del carburante di Tripoli Airport Road, che era stato danneggiato ieri da un colpo di mortaio. La cisterna fortunatamente non è esplosa al contrario di quanto si temeva. Si ricorderà che per questo motivo, sabato pomeriggio, i civili erano stati evacuati dall’area. La conta delle vittime aggiornata dal ministero della Salute è di 47 morti e 129 feriti.

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