Qual è il prezzo da pagare per liberarsi delle milizie a Tripoli?

Di Vanessa Tomassini

Tutti gli aggiornamenti da Tripoli. Osama al-Juwaili rifiuta l’incarico, Mohammed el-Haddad rapito e rilasciato, Imad Trebelsi riceve l’incarico di proteggere Tripoli. Libyan Red Crescent: “almeno 400 telefonate di emergenza”.

La Libyan Red Crescent, la Mezzaluna Rossa, ha affermato di aver ricevuto in poco più di 48 ore almeno 400 telefonate di richieste di aiuto dalle famiglie nelle aree degli scontri, ai numeri di telefono di emergenza. Il cessate il fuoco concordato dalle varie parti venerdi, con la facilitazione delle Nazioni Unite, non ha retto o meglio non è mai stato rispettato. La giornata di sabato è iniziata con le immagini di due razzi, o colpi di mortaio, che hanno colpito l’Hotel al-Waddan lungo la strada costiera a meno di 100 metri dall’Ambasciata d’Italia a Tripoli. Alcuni sostengono che quei colpi erano destinati alla sede della missione diplomatica italiana, tuttavia non è possibile affermarlo con certezza, sia perché non è ancora chiaro chi è stato a spararli alle 5,50 del mattino, sia perché i colpi di mortaio vaganti sono proprio il pericolo maggiore di questa guerra. Basti pensare che i due bambini uccisi nell’area di al-Furjan, due giorni fa, sono stati raggiunti da un razzo lanciato almeno a 7 km di distanza dove si stava consumando lo scontro più vicino. I media locali e i cittadini hanno scattato foto che mostravano danni ad abitazioni, cliniche, scuole e palestre nell’area di Ben Ashour dove ha sede l’ufficio del Primo Ministro, Girgarish, Ghoat Shaal, Khala al-Furjan, Ben Gashir, Ain Zara e nella zona dell’aeroporto militare di Mitiga.

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Il comandante del Battaglione 301, prima dato per morto poi solamente ferito negli scontri di ieri

La tregua concordata venerdì sera prevedeva, come ci ha confermato il capo del Consiglio Supremo delle tribù per la Riconciliazione della Libia, l’interruzione delle ostilità per permettere l’ingresso di una forza esterna, considerata “neutrale” dal Consiglio Presidenziale del Governo di Accordo Nazionale,  composta dagli uomini guidati da Osama al-Juwaili, comandante della regione militare occidentale con base a Zintan, e quelli di Mohammed el-Haddad, comandante della regione militare centrale di Misurata. Tuttavia il piano studiato dal presidente Fayez al-Serraj e dalle Nazioni Unite, che dimostrano ancora una volta di non conoscere la complessa realtà libica, non ha avuto successo. Al-Juwaili non è riuscito ad entrare nella capitale per il protrarsi degli scontri e si è ritirato dal compito che gli era stato assegnato. I suoi uomini avrebbero potuto fare ben poco contro i gruppi armati nella capitale senza Misurata, mentre el-Haddad è stato prelevato da alcuni uomini armati che, dopo averlo picchiato e probabilmente minacciato, lo hanno rilasciato in serata vicino alla casa del fratello, nei pressi dello stesso luogo in cui era stato prelevato, nella zona di Qaryat secondo fonti del posto. El-Haddad è stato poi portato all’ospedale della città dove diversi cittadini e supporters si sono radunati per vederlo. Secondo i media locali, il comandante sarebbe in buone condizioni e presenterebbe solamente diversi lividi. Non è stato ancora accertato chi sia stato a prelevare el-Haddad, un uomo prestante alto quasi 1 metro e 90, ma in molti sostengono che i responsabili siano alcuni suoi concittadini contrari all’intervento misuratino a Tripoli. Si ricorderà che i deputati del parlamento locale si erano espressi negativamente circa l’uso della violenza e durante una riunione, tra dignitari e vertici militari, in molti avevano espresso dissenso per l’operazione voluta dal premier al-Serraj. Misurata sarebbe infatti divisa, quanto appare diviso il Consiglio Presidenziale nella capitale, una parte vorrebbe vedere capitolare al-Serraj schiacciato dai suoi stessi gruppi armati, un’altra invece è favorevole all’intervento, per vendicarsi della sconfitta subita nel 2014, quando furono cacciati dal signore della guerra Haytham al-Tajouri e le milizie tripoline. Questa mattina il Ministero dell’Interno del Governo di Accordo Nazionale ha confermato l’incarico di proteggere la capitale ad Imad Trebelsi, il neo capo del servizio di sicurezza generale, ex comandante della brigata al-Sawaiq, una delle milizie fondata nel 2011 tra le montagne di Nafusa, che compongono il Consiglio militare di Zintan. Come sempre accade, sono molte le notizie false che si sono susseguite nel corso delle ore. Alcuni hanno riferito che Serraj si fosse recato in Cina passando dalla Turchia, un viaggio che in realtà sarebbe stato annullato. Un’altra lettera, rivelatasi falsa, affermava l’ordine del premier al Ministro della Difesa di preparare tutti gli armamenti disponibili per procedere col piano per sbarazzarsi delle milizie.

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Ospedale di Misurata, dopo la diffusione della notizia dell’arrivo di Mohammed el-Haddad

Al momento si crede che almeno 20 gruppi armati, più o meno numerosi, provenienti da altre città e sobborghi si siano uniti in battaglia, schierandosi con una o l’altra fazione con l’unico scopo di assumere il controllo della capitale e proteggere i propri interessi. Tra questi gli occhi sono puntati su l’ex membro del primo parlamento rivoluzionario libico e comandante del gruppo armato Fajr Libia di Misurata, Salah Badi, responsabile della distruzione dell’aeroporto internazionale di Tripoli nel 2014. Badi, come si vede nei video diffusi sui Social Network, sta cercando di convincere il maggior numero di battaglioni e giovani ad allearsi dalla sua parte per sconfiggere la corruzione e la criminalità che da anni regna nella capitale. Secondo i giovani di Tripoli, Badi è un pazzo assetato di sangue e il suo unico obiettivo è mettere a ferro e fuoco la loro città. Come nel 2014, ieri Badi è arrivato all’aeroporto internazionale, dove si sono alzate colonne di fumo, visibili da lontano.

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Salah Badi, foto Social

Sono tantissime le famiglie terrorizzate dai gruppi armati. “Una bomba è esplosa sulla strada di fronte a casa mia” ci scrive Mohammed. Oltre ai proiettili e ai razzi vaganti casuali, le milizie fuori controllo prendono di mira le abitazioni dei civili volutamente, addossandosi le colpe l’uno con l’altro. Il Battaglione 301, il cui giovane capo sarebbe stato gravemente ferito dopo aver fatto dietro front, e la Settima Brigata, hanno rilasciato ridicole dichiarazioni che prendono le distanze dall’uccisione casuale di civili. Si ricorderà puntare obbiettivi non militari, uccidere, ferire o colpire uomini donne e bambini non direttamente coinvolti negli scontri rappresenta una grave violazione del diritto internazionale che disciplina i conflitti armati.

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Una cisterna di carburante colpita dai proiettili delle milizie ad Airport Road

La guerra appare sempre più fluida ed imprevedibile. Nella settima giornata di scontri abbiamo visto la Settima Brigata di Tarhouna avanzare nella capitale, mentre il Battaglione dei Ribelli di Tripoli e le milizie sue alleate hanno indietreggiato, posizionandosi dietro le barricate di sabbia e sporco in diverse aree della capitale. Nel pomeriggio i serbatoi di stoccaggio del combustibile della Brega Company, lungo la Airport Road, sono stati colpiti da un razzo. Hanno perso carburante fortunatamente senza andare in fiamme. Feroci scontri anche tra le forze di deterrenza centrale di Ghenewa Kikli e la brigata di Halbous 301 in Airport Road, Khalat al-Furjan e Salah al-Deen. In serata la capitale è stata completamente circondata dai tafferugli, le strade completamente al buio sono state bloccate, non permettendo a nessuno di entrare o uscire. I cittadini inoltre sono rimasti per diverse ore senza elettricità. In molti credono che l’attuale caos sia un piano pensato da tempo, un programma criminale di cui si sapeva già molto, ma le cui conseguenze sono risultate inaspettate, con un conflitto che ha ravvivato nuove e vecchie alleanze, rischiando di espandersi a macchia d’olio. Sui social qualcuno ipotizza che tutto questo è l’unico modo per sbarazzarsi delle milizie, ma qual è il prezzo da pagare dalla gente innocente?

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Le milizie riconosciute dal Governo supportato dalle Nazioni Unite, foto social agosto 2018

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