Ascoltate le parole di Ez: “E’ questa situazione a creare nuovi terroristi”

Di Vanessa Tomassini.

“Giuro che non ho bisogno di niente da nessuno, non voglio che questo fottuto paese mi dia più soldi o altro, voglio solo vivere la mia vita in pace. Voglio vivere come qualsiasi essere umano in questo fottuto mondo, svegliarmi al mattino senza paura, senza il suono delle pistole, senza qualcuno che mi dica ‘il tuo amico è morto’, o c’è un problema in quel posto, non andare lì!”. E’ arrabbiato il mio amico Ez a Tripoli, è stanco, spaventato, scoraggiato da 7 anni di guerra, da sette anni di caos e corruzione che hanno invaso la Libia.

I nuovi scontri a Tripoli hanno dato il colpo di grazia a quei giovani che le Nazioni Unite suggeriscono di ascoltare. “Viviamo come animali, mi dispiace dirlo. Nessuno vorrebbe dire queste cose sul proprio paese o riguardo al proprio popolo, ma è la verità. Ho solo bisogno di vivere una vita in pace senza pistole, guerre e assassini, una vita normale: lavorare sodo, divertirmi, viaggiare ovunque senza che questo mondo mi guardi come un terrorista perchè sono un ragazzo libico”.

Aggiunge Ez che quasi si  scusa per paura di ferirci, aggiungendo: “Forse non hai bisogno di ascoltare questa storia perché la sai già, ma è questa situazione che fa avvicinare giovani ed anime deboli in queste organizzazioni terroristiche, perché sono stanchi di questa brutta situazione.  Sfortunatamente sembra che vogliono prolungare lo status quo per creare il maggior numero di terroristi nei nostri paesi, forse per controllarci, per prendere decisioni contro di noi, ucciderci e derubare il nostro paese. Abbiamo l’impressione che la loro preoccupazione maggiore sia quella che non ci sviluppiamo”.  

“Sono forte, ma ci sono tanti miei coetanei che non ce la fanno più ad esserlo, la situazione attuale è più forte di loro”. Racconta Ez, mentre non riesce a dormire. Nessuno vuole ascoltare, vogliono solo andare a dormire e svegliarsi trovando che tutto vada bene, sto iniziando a pensare di lasciare questo paese, penso all’immigrazione illegale, non so se reggo ancora…”.

 

 

 

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